Gli autori della
Bibbia volevano sì esaltare la grandezza, la potenza e la condiscendenza del
loro Dio, ma si rendevano conto che il mondo non era affatto un posto pacifico
e piacevole. Come superare la contraddizione? Inventando la storia del peccato
originale. Avendo disubbidito al loro padrone, Adamo ed Eva erano stati puniti.
Qui usciamo
dalla mitologia ed entriamo nella realtà: tu, donna, partorirai con dolore; e
tu, uomo, lavorerai col sudore della tua fronte. In breve, il mondo è un luogo
di sofferenze per tutti: buoni e cattivi, fortunati e sfortunati. Chi più chi
meno. La verità salta fuori – e non è bella.
Ma da buoni partigiani,
quegli antichi autori compiono una nefandezza attribuendo solamente all’uomo la
colpa del dolore terrestre. E non è così. Anche se tutti gli uomini fossero dei
santi, il male non sparirebbe, così come si evince da quell’altro mito di Giobbe,
dove il poverette viene torturato da Dio pur essendo un uomo retto.
Dunque la verità
viene fuori: bene e male, piacere e dolore, gioia e sofferenza, vita e morte, ecc.,
sono sempre compresenti, e se vuoi l’uno devi accettare anche l’altro.
Ma di chi è la
colpa di questo meccanismo duale?
Se credi in Dio,
la colpa non può che essere la sua. Se non ci credi, è comunque delle leggi
costitutive dell’universo.
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