Noi crediamo che
la coscienza e la conoscenza siano le massime facoltà degli esseri umani, ed è
vero rispetto alle altre forme di vita; noi possiamo essere consapevoli di noi
stessi e possiamo conoscere tante cose. Però non ci dimentichiamo che la coscienza
e la conoscenza nascono per sopperire a mancanze. In tal senso nascono da un’ignoranza
primordiale.
Quando nasciamo
siamo ignoranti, di noi stessi, degli altri e del mondo.
Possiamo quindi
supporre che esista uno stato che, per “essere” non abbia bisogno né di
coscienza né di conoscenze. Questo sarebbe lo stato perfetto. Non avrebbe
bisogno di queste facoltà perché “vivrebbe” ad un altro livello di “esistenza”.
Non avrebbe bisogno di coscienza perché sarebbe unitario, non frammentato.
Con la nascita
in questo mondo, tutto ciò cambia, ed ecco la necessità di una coscienza
(inevitabilmente duale) e di tante conoscenze (frammentarie).
Anche quando
diciamo: “Conosci te stesso”, ammettiamo che partiamo da una condizione di
ignoranza.
In conclusione
il mondo nasce nell’ignoranza e dall’ignoranza, ed ha poi bisogno di arrancare faticosamente
per recuperare qualcosa dello stato originario. Ma è un’impresa disperata: più
accumuliamo conoscenze, più diventiamo consapevoli, più siamo confusi e
perdiamo unità e coerenza.
Più conosciamo,
meno sappiamo – dicevano i saggi.
In realtà
avremmo bisogno di un atto di sintesi suprema, sia a livello di coscienza sia a livello di conoscenze.
Nessun commento:
Posta un commento