giovedì 18 marzo 2021

Giudicare per condannare

 

“Chi sono io per giudicare?” aveva esordito il Papa argentino alla sua elezione riferendosi agli omosessuali. Ed ecco che ora si smaschera. Non solo giudica ma aggiunge che non si possono benedire le unioni gay.

Questi sono i metodi della Chiesa cattolica, nata proprio per discriminare e giudicare, come tutte le organizzazioni del genere delle varie religioni. Distinguere tra noi e gli altri, stabilire ciò che è permesso e ciò che è vietato e, naturalmente, imporre comandamenti e condannare.

Come se Dio fosse un giudice e loro fossero autorizzati a farne le veci (e scusate la modestia). È così che si acquisisce potere nelle coscienze umane. È così che nasce il Dio della Bibbia, che subito condanna la prima coppia, tanto per stabilire chi comanda.

Ma Dio non giudica, Dio non è un curato di campagna. L’Assoluto non emette né giudizi né condanne. Non ha niente a che fare con i preti e con le religioni, con i premi e con i castighi.

Dio è al di là del bene e del male e non sa che farsene dei nostri giudizi. Dio comprende tutti, nel duplice senso di capirli e di vederli uniti.

D'altronde, qualcuno non aveva detto: "Non giudicate per non essere giudicati!"?

I piccoli individui riducono il Divino alla loro dimensione.

Nessun commento:

Posta un commento