“Chi sono io per
giudicare?” aveva esordito il Papa argentino alla sua elezione riferendosi agli
omosessuali. Ed ecco che ora si smaschera. Non solo giudica ma aggiunge che non
si possono benedire le unioni gay.
Questi sono i metodi
della Chiesa cattolica, nata proprio per discriminare e giudicare, come tutte
le organizzazioni del genere delle varie religioni. Distinguere tra noi e gli
altri, stabilire ciò che è permesso e ciò che è vietato e, naturalmente, imporre
comandamenti e condannare.
Come se Dio
fosse un giudice e loro fossero autorizzati a farne le veci (e scusate la modestia).
È così che si acquisisce potere nelle coscienze umane. È così che nasce il Dio
della Bibbia, che subito condanna la prima coppia, tanto per stabilire chi comanda.
Ma Dio non
giudica, Dio non è un curato di campagna. L’Assoluto non emette né giudizi né
condanne. Non ha niente a che fare con i preti e con le religioni, con i premi
e con i castighi.
Dio è al di là
del bene e del male e non sa che farsene dei nostri giudizi. Dio comprende
tutti, nel duplice senso di capirli e di vederli uniti.
D'altronde, qualcuno non aveva detto: "Non giudicate per non essere giudicati!"?
I piccoli individui riducono il Divino alla loro dimensione.
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