Siamo orgogliosi di avere una coscienza e di essere consapevoli - almeno così ci sembra. Ma avere una coscienza è proprio la conseguenza di una degenerazione, di un dualismo insanabile: questo lo ignoravamo.
Ci sembrava di avere chissà che e invece scopriamo di aver perso qualcosa di essenziale, qualcosa di superiore alla consapevolezza. Ecco perché siamo esseri finiti. Siamo finiti male: abbiamo perso l’eterno. Dopodiché lottiamo per riprendercelo. Ma i nostri sforzi sono vani.
Perdiamo, perdiamo sempre.
Certo, possiamo fantasticare su paradisi e aldilà (sotto che forma?), ma ogni altra vita si scontrerebbe con questo problema: che dovrebbe morire. E se “esistesse” un Dio, dovrebbe morir anche lui.
Non è l’esistere ciò di cui abbiamo bisogno, ma di uno stato che non abbia bisogno di “esistere” per essere, uno stato che avevamo in origine e che riacquistiamo dopo la morte.
Abbiamo fatto un tuffo nel finito... tanto per provare. Ma la prova non ci ha soddisfatti. Siamo sempre insoddisfatti.
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