“Lasciate
che i morti seppelliscano i loro morti!” diceva sprezzantemente Gesù, ben
sapendo che viviamo in un mondo di anime morte.
E
pensare che la sua religione si è ridotta ad essere una celebrazione di riti
funebri, da quello dello stesso Gesù a quello dei nostri morti.
Mettiamo
in scena solo e sempre la morte. E ci dimentichiamo della vita.
Il
fatto è che la vita non è solo respirare, mangiare e fottere. È essere
consapevoli, attenti, sensibili, originali… al di fuori dei rituali, delle cose
passate e delle convenzioni sociali.
Essere
o non essere? Ma noi da che parte stiamo? Dalla parte dei vivi o dalla parte
degli zombie semoventi? Dalla parte della teologia che stabilisce dogmi e comandamenti
o dalla parte dello spirito, che soffia dove vuole, incurante delle tradizioni
e delle consuetudini?
O come dice Fromm essere o avere?
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