giovedì 5 aprile 2018

Decidere quando tutto va male


Potremmo dire che la meditazione è, da un certo punto di vista, un metodo per ritrovare il Sé, la parte più profonda del nostro essere, che viene sacrificata dalla razionalizzazione e dalle convenzioni sociali. Noi di solito ci identifichiamo con una personalità costruita dalle relazioni e dagli interessi della famiglia, della scuola, dell’educazione, dell’istruzione, della religione, dal lavoro, ecc. Siamo per esempio dei figli diplomati in qualcosa, che credono in qualcosa e che svolgono un dato lavoro. Ma questo non basta a definirci. Siamo sempre qualcosa di più ampio, di più profondo, di più basilare.
Ce ne accorgiamo quando dobbiamo prendere importanti decisioni e non sappiamo che strada scegliere. Oppure, quando non ci sentiamo soddisfatti della vita che facciamo e ci sentiamo in crisi, malati, incapaci, sofferenti.
La verità è che abbiamo perso il contatto con noi stessi, con la nostra vocazione, con l’essenza. In apparenza la nostra vita scorre “normalmente”, ma dentro di noi ci sentiamo infelici, sentiamo che ci manca qualcosa di importante. Questo stato di insoddisfazione può diventare un grave malessere, se non addirittura una malattia.
Che cosa fare? Quale nuova strada imboccare?
Non è la ragione che può darci la risposta. Possiamo pensare e ripensare al nostro stato, ma non riusciamo a capire il problema.
Ebbene, in questi casi, e in tutti i casi in cui dobbiamo prendere decisioni fondamentali, dobbiamo prima di tutto riprendere contatto con noi stessi, con la parte più profonda di noi stessi che ci manda quei messaggi di insoddisfazione. Stavolta non si tratta di pensare e di razionalizzare, né di affidarci alle convenzioni sociali o alle religioni,
Il problema è che non siamo più in contatto con il nostro più autentico essere. Che fare?
Dobbiamo metterci in ascolto, smettendo di pensare, di calcolare, di prevedere, di ricordare e di intervenire, tutte attività che non ci portano alla soluzione, ma dobbiamo  recuperare lo strato più profondo di noi stessi, l’anima, che è in realtà un centro di energia, di conoscenza e di saggezza.
Questa è appunto una forma di meditazione, da svolgere nel silenzio e nel segreto, là dove la mente razionalizzante non arriva. Dobbiamo riprendere contatto con la nostra essenza, dobbiamo lasciar parlare il nucleo di noi stessi che abbiamo sepolto sotto strati di idee e di convenzioni. Dobbiamo lasciar decidere l’anima. È sola da lì che ci può venire l’indicazione.

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