La
memoria non è il ricordo oggettivo di qualcosa, ma una funzione ermeneutica.
Cioè, non è un documento affidabile, ma un’interpretazione, una ricostruzione.
Ecco perché è bene non fidarsene. Finisce per tradire sempre.
Anche
la tradizione è un tradimento, perché non
recupera quell’antica realtà,
ma la ricrea di continuo. Ecco perché non possiamo raggiungere una
soddisfacente conoscenza di noi stessi ricordando
semplicemente eventi del passato.
Tutto
è terribilmente presente, ormai. E, forse, non siamo mai usciti da questo
eterno attimo. Ciò che attribuiamo al passato si svolge ancora qui e ora.
Perché
il tempo è illusione, la suprema illusione.
Ad
ogni buon conto, noi in meditazione ci alleniamo a stare nel presente.
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