Potremmo
dire che la meditazione è, da un certo punto di vista, un metodo per ritrovare
il Sé, la parte più profonda del nostro essere, che viene sacrificata dalla
razionalizzazione e dalle convenzioni sociali. Noi di solito ci identifichiamo
con una personalità costruita dalle relazioni e dagli interessi della famiglia,
della scuola, dell’educazione, dell’istruzione, della religione, dal lavoro,
ecc. Siamo per esempio dei figli diplomati in qualcosa, che credono in qualcosa
e che svolgono un dato lavoro. Ma questo non basta a definirci. Siamo sempre
qualcosa di più ampio, di più profondo, di più basilare.
Ce
ne accorgiamo quando dobbiamo prendere importanti decisioni e non sappiamo che
strada scegliere. Oppure, quando non ci sentiamo soddisfatti della vita che
facciamo e ci sentiamo in crisi, malati, incapaci, sofferenti.
La
verità è che abbiamo perso il contatto con noi stessi, con la nostra vocazione,
con l’essenza. In apparenza la nostra vita scorre “normalmente”, ma dentro di
noi ci sentiamo infelici, sentiamo che ci manca qualcosa di importante. Questo stato
di insoddisfazione può diventare un grave malessere, se non addirittura una
malattia.
Che
cosa fare? Quale nuova strada imboccare?
Non
è la ragione che può darci la risposta. Possiamo pensare e ripensare al nostro
stato, ma non riusciamo a capire il problema.
Ebbene,
in questi casi, e in tutti i casi in cui dobbiamo prendere decisioni
fondamentali, dobbiamo prima di tutto riprendere contatto con noi stessi, con
la parte più profonda di noi stessi che ci manda quei messaggi di
insoddisfazione. Stavolta non si tratta di pensare e di razionalizzare, né di
affidarci alle convenzioni sociali o alle religioni,
Il
problema è che non siamo più in contatto con il nostro più autentico essere.
Che fare?
Dobbiamo
metterci in ascolto, smettendo di pensare, di calcolare, di prevedere, di
ricordare e di intervenire, tutte attività che non ci portano alla soluzione, ma
dobbiamo recuperare lo strato più
profondo di noi stessi, l’anima, che è in realtà un centro di energia, di conoscenza
e di saggezza.
Questa
è appunto una forma di meditazione, da svolgere nel silenzio e nel segreto, là
dove la mente razionalizzante non arriva. Dobbiamo riprendere contatto con la
nostra essenza, dobbiamo lasciar parlare il nucleo di noi stessi che abbiamo
sepolto sotto strati di idee e di convenzioni. Dobbiamo lasciar decidere l’anima.
È sola da lì che ci può venire l’indicazione.