martedì 5 ottobre 2021

Religione e meditazione

 

C’è una bella differenza tra religione e meditazione. Quando per esempio Gesù invita ad amare Dio e il prossimo, si riferisce sempre ad una specie di Padre-Padrone che starebbe lassù fra le nuvole e che andrebbe continuamente riverito e ubbidito. Ma quando la meditazione invita ad osservare la mente, non si riferisce a nessun personaggio divino. Parla semmai di sofferenza, di impermanenza, di schiavitù e di insoddisfazione, tutti stati da cui ci si deve liberare con i propri sforzi personali, non sottomettendosi a qualche autorità superiore.

Se non ti sottometterai a Dio, dicono le religioni, non ti salverai, perché un Dittatore non può ammettere che qualcuno non gli obbedisca e sia indipendente. Dio odia la libertà delle proprie creature. Adamo viene condannato non perché trasgredisca un ordine, ma perché cerca la propria autonomia.

Al contrario, nella meditazione, l’uomo si è incastrato da solo. È lui stesso il Dio che si è dimenticato della sua antica grandezza. Non c’è nessuno cui deve render conto – devi render conto a se stesso. Perché non fai un atto di consapevolezza, perché non ti liberi, perché vuoi rimaner schiavo della tua stessa mente? Se non lo fai, il peccato lo commetti verso te stesso, non verso l’Autorità divina.

1 commento: