sabato 2 ottobre 2021

Oltre il personale

 

Secondo le nostre abitudini, meditare significa riflettere su ricordi, emozioni, affetti, amori, odi, successi, fallimenti, giudizi, opinioni, il senso della nostra vita, ecc. Si tratta sempre di una meditazione personale, basata sul pensiero.

Ma ora vogliamo uscire dal pensiero comune e dalla dimensione individuale per ritrovare lo stato naturale dell’essere, qualcosa che non sia più una costruzione mentale.

È proprio la consapevolezza che ci introduce all’incondizionato, ciò che sta tutto intorno all’io e alle sua facoltà. Da lì possiamo osservare i nostri impulsi, il nostro funzionamento e il gioco del divenire.

Tutti siamo condizionati, e la meditazione ci insegna a diventare più attenti alle influenze del mondo interiore e del mondo esteriore. Diventiamo sempre più consapevoli di come ci muoviamo in modo reattivo e ripetitivo, secondo schemi prestabiliti. A questo punto ci viene l’aspirazione a diventare più padroni di noi stessi.

Il paradosso è questo: più ci rendiamo impersonali e ci osserviamo, più diventiamo autentici.

L’io è uno stato inferiore temporaneo.

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