Evidentemente siamo molto affezionati al nostro corpo. Se dovessimo dire chi siamo, risponderemmo senza esitazioni che siamo la persona che ha quel corpo. La nostra individualità dipende da quel corpo e dal cervello che gli è collegato.
Ma qui sorge un problema. Mentre è facile individuare il nostro corpo, è più difficile identificare la nostra mente, la nostra psiche, che è quanto mai variabile e dai confini imprecisi.
A dir la verirà, anche il corpo si modifica di continuo. Se guardiamo una foto di quando ervamo bambini, riusciamo a stento a riconoscere che siamo gli stessi di allora - molto è cambiato, sia a livello del corpo sia a livello della psiche. Dunque la nostra identità è incerta. Non solo: è destinata a scomparire.
Dobbiamo perciò ammettere che, se ci esaminiamo bene, sappiamo solo superficialmente e all’ingrosso chi siamo. Siamo quelli lì... e un giorno non troppo lontano moriremo e svaniremo.
Ma qui ci viene in aiuto un’osservazione: colui che dice tutto questo non si identifica né con il corpo né con la mente. È piuttosto una specie di testimone che osserva distaccato entrambi.
L’incertezza esistenziale e l’angoscia ci vengono proprio da questo testimone. Che però, inaspettatamente, è anche un’àncora di salvezza.
Se ci identifichiamo con questo testimone più che con il corpo-mente, abbiamo la possibilità di distaccarci e di posizionarci in un altrove diverso da quello fisico e da quello psichico. C’è in noi una presenza che è altra rispetto al corpo e alla mente. Proprio l’incertezza e l’angoscia ce lo confermano. Noi siamo quel corpo-mente, ma siamo anche altro.
La cultura della meditazione ci dice che dobbiamo addestrarci a identificarci più con questo testimone che con il resto della nostra individualità, sempre compromessa, confusa e dai confini incerti.
Questo testimone che per il momento è individuale, è in realtà la coscienza unica che ha dato vita al mondo, ma che non si identifica con esso. C’era prima e ci sarà dopo.
Signor Lamparelli, lei dice che l'incertezza e l'angoscia ci vengono dal testimone, mi chiedevo come visto che lo stesso e' impertubabile.. credo di non aver afferrato il concetto. Cordiali saluti
RispondiEliminaL'incertezza e l'angoscia ci vengono dal testimone che si rende conto di quanto il nostro mondo sia uno spettacolo grandioso ma evanescente. Tuttavia il soggetto che prova questi sentimenti è l'io che fa parte del mondo, non il testimone che si limita ad osservare.
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