Qualche volta abbiamo la netta impressione che il tempo sia un contenitore nel quale siamo inseriti e che ci trascina con sé. In realtà gli eventi che ricordiamo sono solo una pellicola mentale che si svolge e proietta certe immagini. Ma non si tratta di un film proiettato da chissà chi, magari da qualche divinità. Siamo noi che ci facciamo questo film e che crediamo di aver “vissuto” quegli eventi in passato.
Il nostro corpo, la nostra identità fanno parte di un sogno girato dalla nostra coscienza. E questo ci dà l’impressione dello scorrere del tempo. Ma è la pellicola che scorre nella nostra mente.
Un giorno lo spettacolo di luci e di ombre si ferma e finisce il sogno di chi credeva di nascere e di morire, di andare e di venire.
Noi siamo terrorizzati da questa prospettiva della fine del tempo. Ma è la coscienza, che dopo averci creato il mondo, si ferma. Allora, se abbiamo meditato in modo giusto, c’è la liberazione - la liberazione dal sogno di essere nato, di aver vissuto e di essere morto, la liberazione di essere stato un individuo.
Questo era il film-sogno. Svegliandoci, se avremo meditato in modo giusto, ci rendiamo conto che non eravamo un piccolo io con una coscienza limitata, ma che siamo il tutto.
Tutt’altra prospettiva da quella delle religioni affamate di vita individuale che, non avendo capito nulla, ci promettono un’altra vita dopo la morte. Come dire: un sogno dopo l’altro, un’illusione dopo l’altra.
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