All’inizio c’è uno stato senza tempo e
senza spazio, senza ego e senza coscienza, senza inizio e senza fine – diciamo
eterno, ma non immutabile. Tant’è vero che all’improvviso c’è stata un’esplosione
che è diventata il mondo che conosciamo, con il tempo, lo spazio, la vita, la
coscienza, l’individualità, l’inizio e la fine.
Insomma, dall’eterno è nato il
provvisorio e il precario, con i piaceri e le sofferenze, con le nascite e con
le morti. Con quale vantaggio?
Ora, di questa esplosione possiamo dire
che sia voluta o che sia un incidente casuale, come succede a chi maneggia
fuochi artificiali o altri materiali esplosivi.
A questo punto, il nostro dovere o il
nostro destino sarebbe quello di spegnere l’incendio, non di continuare a
spargere fiamme.
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