sabato 27 luglio 2013

Una vista divina

In alcuni film ci viene raccontata l’intera storia di qualche personaggio. Lo vediamo nascere, diventare un bambino, poi un ragazzo, poi un giovane, poi un uomo maturo, poi un vecchio e infine lo vediamo morire. Fine della storia?
Ci accorgiamo benissimo di come il personaggio si trasformi continuamente attraverso le varie età della vita. È sempre lo stesso individuo, ma cambia minuto per minuto. Questa è anche la nostra esperienza, solo se abbiamo una certa età. Ma anche noi abbiamo una visione parziale delle cose, perché ci siamo dentro. Sappiamo che cambiamo, ma non ce ne rendiamo conto sul momento. Cambia il corpo e cambia la mente. E tuttavia qualcosa di fisso rimane, perché sappiamo che la persona è la stessa.
Ora, se fossimo dei fantasiosi registi che credono nel karma, potremmo andare avanti, e immaginarci altre vite, o andare indietro, e rievocare altre incarnazioni. Insomma l'individuo è sempre lo stesso, ma cambia e non si ricorda più chi è stato - come succede a certe persone colpite da amnesia. Se potessimo avere una visione divina, avremmo presenti tutte queste esistenze e sapremmo che cosa cambia e che cosa rimane uguale.
Noi pensiamo che con la morte finisca il nostro divenire, ma potremmo considerarla un'ulteriore trasformazione. Il problema è che non vediamo più il corpo. Se però il corpo avesse una trasformazione in qualcosa di non visibile ai nostri occhi attuali, potremmo ipotizzare una prosecuzione sotto un'altra forma. E allora dovremmo anche capire com'era ancora prima di nascere. Sotto quale forma esisteva? In fondo, in Oriente si crede a vari tipi di corpi, per esempio al «corpo sottile» o al «corpo causale».
È certo che dal nulla non nasce nulla. Se dunque una persona nasce, ha origine da determinate condizioni; e queste condizioni sono in un certo senso il suo corpo precedente. Quando infine muore, si creano altre condizioni che daranno origine ad un'altra forma di vita. Insomma, se potessimo avere una vista più potente e comprensiva, potremmo davvero vedere le trasformazioni di ogni individuo e capire come nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
È una questione di capacità mentali. Oggi la nostra mente è molto limitata, miope e ha un campo visivo ristretto. Ma, se fossimo capaci di allargare la nostra visione, ci accorgeremmo della complessità, delle infinite interrelazioni fra le cose, della fluidità, della dinamicità e della continuità di ogni individualità nell'universo. Certo, è una questione di vista. Bisogna rinforzare la vista.
In conclusione, la nostra vita attuale è come la punta di un iceberg, che nasconde al di sotto una massa ben più ampia… anche se non visibile. Il “prima” della nascita e il “dopo” della morte ci rimangono nascosti, perché non abbiamo una vista ben sviluppata. Ma, se avessimo una vista divina, potremmo avere una visione d’insieme di tutto ciò che è e verremmo colti da un’immensa meraviglia.

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