Quando parliamo delle virtù della calma, della riflessione e della saggezza, sembra che parliamo di cose dell'altro mondo, di principi - magari nobili - ma che non servono a niente nella vita di tutti i giorni. Niente di più falso. Quando per esempio vediamo l'enorme debito accumulato dall'Italia e la condizione disastrosa del lavoro giovanile, non possiamo fare a meno di notare che si tratta delle conseguenze inevitabili di comportamenti non saggi del passato. Vi sembra sensato accumulare debiti e gettare sulle spalle delle nuove generazioni il loro peso? È esattamente il contrario: è il frutto malato di atteggiamenti basati sull'improvvisazione, sull'irresponsabilità e su decisioni prese giorno per giorno, senza guardare al futuro. In passato si mandava in pensione gente che aveva lavorato dieci anni. Pensavamo di andare avanti così per molto? Ci siamo comportati come le cicale, e ora i nodi sono arrivati al pettine, è arrivato l'inverno e noi non abbiamo provviste. Persone sagge e responsabili non si sarebbero comportate così. La colpa prima è certamente dei politici, ma anche il popolo ha accettato tutto e ha chiuso gli occhi.
Putroppo non c'è peccato maggiore della mancanza di coscienza.
No, il richiamo alla saggezza e alla consapevolezza non è un ideale astratto. Ma serve a vivere meglio.
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