lunedì 4 aprile 2022

L'ascolto profondo

 

Sembra incredibile, ma l’uomo è l’unico essere vivente che non ama stare in compagnia di se stesso, che appena ha una difficoltà o un momento di noia, si mette a fuggire da se stesso. Eppure a questo serve l’enorme industria del divertimento. A fargli dimenticare chi è e a distrarlo.

Abbiamo paura che, ritornando in compagnia di noi stessi, ci si trovi a faccia a faccia con qualcosa di sommamente sgradevole – noi stessi, la nostra sofferenza, le nostre paure, le nostre angosce... In questo modo ci si divide in due. ci si aliena e non sappiamo chi siamo.

La nostra pratica è esattamente il contrario: trovare noi stessi, tornare a casa. E prendere coscienza del dolore che proviamo, nostro e anche dei nostri antenati, da cui siamo tutti fuggiti. Infatti vivere è in gran parte soffrire, se non altro perché siamo tutti destinati alla morte.

Se gli esseri umani sono pronti a distruggere se stessi attraverso armi nucleari, vuol dire che qualcosa in loro è profondamente malato, vuol dire che provano un dolore che non viene neppure riconosciuto. Qual è la loro aspirazione più profonda? Ogni desiderio è in realtà una sofferenza, e tutti siamo insoddisfatti. Perfino questa ricerca dell’illuminazione o del paradiso rivela che ci troviamo in una specie d’inferno, che stiamo male.

Ma tutto questo va riconosciuto – con comprensione e compassione.

La nostra sofferenza è la sofferenza di tutti: dobbiamo esserne consapevoli attraverso l’ascolto profondo. Il nostro problema è che non capiamo noi stessi e quindi neppure gli altri. E che fuggiamo non appena avvertiamo la nostra tristezza, la nostra paura, la nostra rabbia, il nostro desiderio o il nostro vuoto.

Perciò non ci resta che metterci in ascolto – di noi stessi e degli altri. Non fuggire attraverso un’azione qualsiasi. È il primo passo per cambiare.

Mettiamoci seduti e diventiamo consapevoli di ciò che siamo, qui e ora.

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