domenica 20 giugno 2021

Un gioco crudele

 

Senza causa, senza scopo, senza meta, senza obiettivo… se c’è qualcosa cui si applicano tali definizioni, questa è la vita. Gratuita, spontanea, naturale… senza secondi fini. Nasce per un debordare di energia, per un gioco di Maya, l’illusione, che ci tira dentro e ci fa credere che siamo nati per qualche motivo. Ma non è così. Il gioco della vita, il gioco del cosmo, il gioco del tempo - sono perché sono, non per raggiungere qualche scopo.

Noi la verità la sappiamo. Sappiamo che perderemo tutto: i parenti, il padre e la madre, i fratelli e le sorelle, gli amici e infine noi stessi, la nostra coscienza, il nostro io. Sappiamo che non saremo più. Non è una bella situazione.

A questo punto nascono le religioni, che loro sì hanno un fine: illuderci e consolarci.

Ma noi  cose le sappiamo. Sappiamo che di noi non rimarrà niente. Tant’è vero che ci diamo alla procreazione – l’estremo tentativo per lasciare in questo mondo qualcosa di noi. Non siamo noi, ma qualcosa di noi – meglio di niente. La procreazione è la prova che siamo ben coscienti che di noi sparirà tutto.

Non c’è da meravigliarsi che i vecchi siano depressi. Non potendo più muoversi, non potendo più fare, avendo perso quasi tutti, si buttano nella religione o nel nulla. Anche il nulla è consolante: ci dice che perlomeno, se non ci saremo noi, sparirà ogni sofferenza.

Viviamo per nulla, lottiamo per nulla. E tutto ci sfuggirà.

È chiaro che, se abbiamo il coraggio di guardare le cose, dobbiamo fare i conti con questa crudele verità. E che dobbiamo scoprire che cosa c’era prima e che cosa ci sarà dopo. La vita è un intervallo. E il fatto che sia un intervallo, ci dice che la nostra vera natura è altrove.

La verità non è per anime deboli. È per chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà. Non per chi vorrebbe fuggire in qualche paradiso o trovare protezione preso qualche fantomatico Creatore.

La vita si è auto creata. È come un fiore – che scopo ha?

5 commenti:

  1. ma che versione cupa...e la Sua "l'arte della serenità"?
    Sarà pure la cruda verità, ma poi in qualche modo dovrò pure vivere questa vita...oramai ci sto...perchè vedere solo l'inutilità e il fardello di questa esistenza? A che pro? Se mi identifico solo con il mente-corpo allora sì che tutto sembra solo un intervallo di sofferenza che prima o poi svanisce e basta, ma se percepisco - qui, durante questa esistenza - la mia vera natura e mi nutro da lei, mi faccio guidare da lei, percepisco l'infinità della mia essenza, allora sarò come un fiore...una delle tante manifestazioni della vita, parte di questa natura, che semplicemente dona la sua bellezza, il suo profumo, la sua vitalità per dare a questo pianeta il ciclo infinito e interconnesso della vita...
    Altrimenti, aspettare solo che si esca da questa vita per tornare nell'Uno potrebbe essere la stessa fuga che quella nei paradisi delle religioni...o no?
    Alexandra

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  2. Lei ha ragione. Ma, anche accettando la bellezza della vita, di questo magnifico sogno, dobbiamo tener conto che c'è tanta bruttezza e ferocia. Ora il problema sta nel vedere il brutto senza cadere nella cupezza. Non è facile, però.
    Tutto dipende da noi - da come riusciamo a riflettere e a meditare su queste cose senza farcene travolgere, né in senso ottimistico né in senso pessimistico.
    Che cosa diciamo a chi ha una malattia degenerativa mortale o a chi perde un figlio? Tutto rientra nell'ordine naturale? Contempla la bellezza del tutto?
    L'arte della serenità è proprio questa. Ma dovrebbe comprendere anche l'eutanasia e i potenti farmaci antidolore.

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    1. Vero! Certo, non è facile! Chissà se troveremo mai la ricetta...o è proprio il non trovarla la spinta che manda avanti questo magnifico sogno? O sarà il testimone la ricetta?
      Certo, nella natura non importa se un albero o un cucciolo non ce la fa a sopravvivere...
      Grazie per le Sue risposte stimolanti!
      Alexandra

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  3. Grazie per le sue domande stimolanti. Sono utili anche a me, che non ho la verità in tasca. Ma non accetto verità rivelate. E cerco.

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  4. ...ed è bello e La ringrazio che condivide le Sue scoperte con noi!
    Alexandra

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