La creazione è quella di un eventuale Dio, la
procreazione è quella degli esseri viventi e la decreazione è quella che porta gli
uomini i più evoluti, consapevoli di sé e dei limiti umani e cosmici, a non
aumentare (o a diminuire) il numero di esseri umani.
La prima ragione è che la popolazione mondiale è già
troppo numerosa e si sta mangiando il pianeta.
Ma la seconda è più importante e si basa sulla
consapevolezza che l’universo è stato creato male – qualunque scimmia evoluta
avrebbe potuto far di meglio. Enormi ammassi di stelle che non servono a niente
e che si scontrano fra di loro. Pianeti troppo caldi o troppo freddi che vagano
senza meta e senza senso. Ed esseri viventi non in grado di prendere in mano l’evoluzione.
Soprattutto il tutto è scandalosamente votato all’autodistruzione
e alla lotta perenne per riuscire a sopravvivere. Non c’è pace se non per brevi
periodi. E non c’è modo di scampare a una fine miserevole, individuale e
collettiva, terrestre e cosmica.
Evidentemente questo universo non è stato creato da
nessuna mente superiore ed è una specie di soprassalto casuale della materia.
Niente di più.
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