domenica 27 giugno 2021

La paura della morte

 

Tutti abbiamo paura della morte, per un istinto atavico, ma, poiché non ne abbiamo fatto un’esperienza diretta, ciò che ci spaventa è l’ignoto o l’idea di perdere la nostra individualità. Questo ragionamento era già stato fatto da Epicuro: “«Il male, dunque, che più ci spaventa, la mortenon è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c'è lei, e quando c'è lei non ci siamo più noi.» Ineccepibile.

Tuttavia le religioni hanno introdotto nuovi elementi di paura. Puntando su una speranza o illusione d’immortalità, hanno aggiunto la paura di essere giudicati da qualche Divinità e magari di finire in un inferno. In realtà, l’inferno, per molti di noi, è già qua. Quindi le religioni hanno peggiorato la situazione.

Se noi crediamo di essere già in un luogo infernale, la morte appare come una liberazione. Ma, se vi aggiungiamo una speranza-illusione di immortalità, questa liberazione diventa impossibile o viene procrastinata all’infinito. Allora il problema sarà quello di liberarci del ciclo vita-morte, perché – un’altra cosa certa – è che se c’è una nuova nascita, ci sarà una nuova morte.

Perdere l’individualità può essere considerato una sciagura da chi non riesce a superare il proprio egocentrismo. Ma può darsi che il proprio ego sia proprio ciò che ci ostacola dall’essere di più o addirittura il tutto. Non è questa la realizzazione della completezza e dell’amore?

Nessun commento:

Posta un commento