Secondo lo storico indiano P.N. Oak (morto nel 2007),
tutte le religioni derivano dall’Induismo. Per dimostrarlo, ricorda che la parola
Vaticano deriva dal termine sanscrito Vatika (centri religiosi vedici), la
parola cristianesimo deriva da Krishna-neeti (la Via di Krisha), il nome Abramo
deriva da Brahman e la parola Amen deriva da Aum o Om (il suono originale da
cui ebbe origine il cosmo).
La stessa pianta della
basilica di san Pietro ricalca un Shiva-linga (il simbolo dell’accoppiamento
sessuale da cui nasce tutto), il che dimostrerebbe che nell’antichità, fino al
primo secolo d.C., era un centro di culto vedico. D’altronde, durante gli
scavi, fu trovato proprio un shiva-linga, che oggi si trova al Museo Gregoriano
Etrusco di Roma. Lo stesso Gesù si recò in India fra i 13 e i 30 anni, dove
apprese le dottrine che poi espose.
Anche la Kaaba e il
Taj-Mahal sarebbero stati in origine templi induisti dedicati a Shiva.
Prendiamo questi dati con
beneficio d’inventario. Tutto è possibile. D’altronde, l’induismo non è un’unica
religione monolitica, ma un insieme di culti e di idee che sono presenti, in
una forma o in un’altra, in tutte le religioni del mondo.
Quello che è certo è che le
religioni sono imparentate e che non appaiono mai dal nulla: tutte si
compongono di parti di altre religioni. Lo stesso cristianesimo comprende sicuramente pezzi di giudaismo, di culti ellenistici, di manicheismo e di zoroastrismo, di religione egizie e così via. La fantasia umana, in questo campo, non
è illimitata, e continua a macinare sempre gli stessi concetti e gli stessi
miti.
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