Dovremmo smetterla di considerare Dio come supremamente buono, il Sommo Bene, che se ne sta lassù in cielo. Dio è come l'energia che non è né buona né cattiva, al di là del bene e del male. Il bene e il male riguardano l'uso di questa energia da parte degli esseri viventi.
Ma gli esseri viventi, a loro volta, sono prodotti di questa energia e, quindi, sono ancora Dio che si mette in gioco - un Dio che non sa neppure lui se vincerà o perderà.
Questa è vera libertà. La libertà è rischio.
Il cosmo è una scommessa e nessuno sa chi la vincerà. Non c'è Uno che ha già prestabilito che vincerà il bene. Siamo tutti corresponsabili.
Nelle vecchie teologie, Dio se ne stava al di fuori del mondo - a giudicare. Ma non c'è nessun "fuori": l'energia creatrice si è dissolta nella creazione. Tutto è Dio. Tutto si evolve, tutto rischia.
In fondo, uno dei sensi del mito cristiano è quello di un Dio che entra nella creazione e muore, cioè si dissolve. Va preso alla lettera, altrimenti sarebbe una commedia.
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