martedì 25 giugno 2013

Religione e corruzione

Quello che non si capisce è perché una società che si definisce religiosa, anzi che rappresenta la religione ufficiale di milioni di persone sia tanto corrotta. Non dico un po' corrotta, ma marcia. Prendiamo una qualsiasi società non religiosa, e sarà difficile trovarla corrotta quanto la Chiesa. Pedofilia, tradimenti, brama di soldi e di sesso, banche che lavano il denaro sporco, evasione fiscale, vendita di indulgenze, e compagnia bella: ogni giorno ci arriva una nuova notizia sulle bassezze dei sacerdoti, di coloro che dovrebbero occuparsi del sacro. E allora mi viene un terribile dubbio.
Non è che la corruzione delle anime umane sia proprio la "ragione sociale" di questa particolare società - della religione? Non è che lo sfruttamento del prossimo sia l'elemento fondamentale di una religione?
C'è in altri termini un "religioso" che non si riprometta consciamente o inconsciamente di raggirare il prossimo vendendogli certezze che neppure lui possiede? E non è da questo che nasce ogni successiva corruzione?
Non è che proprio là dove si protende e si pretende il "religioso" si annida la peggiore bestemmia, il peggiore abuso di potere?
In fondo, l'unico atteggiamento non corruttivo è quello di dire: provate e vedete, praticate e fate la vostra esperienza. Questo è il vero atteggiamento onesto. L'altro atteggiamento, quello di spacciare verità infondate, convincendo se stessi e gli altri, è degenerazione.
Lo "spaccio della bestia trionfante", lo avrebbe chiamato Giordano Bruno. Che non a caso è stato bruciato dalla Chiesa.

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