lunedì 17 giugno 2013

Il riposo della mente

Le tecniche di meditazione hanno molto a che fare con le tecniche di distensione. Infatti, tensione significa stress, malessere, malattia, febbre, distorsione e sofferenza; mentre distensione significa rilassamento, benessere, salute, mente chiara, obiettività e gioia. E con la meditazione noi cerchiamo di uscire dallo stato di malessere e si confusione in cui viviamo abitualmente.
Di solito, senza riflettere su queste cose, cerchiamo istintivamente mezzi di rilassamento, come vacanze, hobby, sesso, riposo, contatto con la natura o con ciò che ci piace. Ma la difficoltà sta nel fatto che la mente con le sue febbri continua, pur rallentando, a dominare la nostra vita. Perfino quando dormiamo, non riusciamo a distenderci perché sogniamo tutti gli incubi della vita da svegli. Non ha senso cercare di rilassarsi con uno sforzo di volontà - è contraddittorio.
  Ecco perché urge un vero rilassamento, protratto nel tempo o comunque periodico. Il sistema migliore è quello di sfruttare i momenti di stanchezza del corpo e del cervello. Utilizzarli per far riposare l'intero organismo, fisico e psichico.
Se, nei momenti di stanchezza, mi metto tranquillo, magari seduto in una comoda poltrona, e cerco non di addormentarmi ma di rallentare la tensione, il desiderio e il rimuginio, avrò a mia disposizione uno stato di relax che mi aiuterà a uscire dallo stress fisico e mentale. Il corpo si distenderà, la pressione diminuirà, i disturbi psico-somatici diminuiranno e la mia mente si riposerà. Anche se schiaccio alla fine un pisolino, questo sarà l'unico tipo di sonno che non vedrà agire sogni e incubi: un vero riposo della mente, uno svuotamento, che, al risveglio, mi permetterà di vedere le cose con più chiarezza e serenità.
La stanchezza, il vuoto, il nulla, il riposo... sono di grande aiuto per il meditante. E fanno capire tante cose.

"Per chi abbia dissolto le funzioni mentali e stia entrando in uno stato di sonno, in virtù della non percezione degli oggetti, nasce l'arresto" Svabodhodayamanjari.
"Se lo yogin riesce a cogliere quello stato in cui il sonno non è ancora sopraggiunto e gli oggetti esteriori sono tuttavia spariti, allora si illumina" Vijnanabhairava Tantra.

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