mercoledì 26 dicembre 2012
Gli integrati
Un lettore mi ha raccontato che nella sua adolescenza aveva attraversato un periodo di crisi: non trovando la sua strada, non trovando una sua collocazione nella società, gli pareva di essere anormale. Allora aveva fatto sette anni di psicoanalisi. Alla fine di quel periodo, il suo psicoanalista non era soddisfatto, perché il paziente non si era ancora integrato. Invece lui era soddisfatto: aveva capito che il pazzo non era lui, ma il mondo.
Proprio così. Tutto quaggiù è follia: le guerre continue, le religioni che credono di parlare in nome di Dio , la rivalità tra gli uomini, le enormi disparità economiche tra ricchi e poveri, la distruzione dell'ambiente per pura avidità, l'organizzazione del sistema educativo che tende a crescere tanti pappagalli ammaestrati, e così via. E pensare che ci sarebbero le risorse per sfamare tutti gli uomini e per svilupparci armoniosamente. E invece no. Dappertutto è competizione, rivalità ed egoismo. In Italia il dieci per cento della popolazione ha in mano il cinquanta per cento della ricchezza nazionale. E il restante novanta per cento? Deve spartirsi l'altro cinquanta per cento della ricchezza e deve combattere l'uno contro l'altro per riuscire a sopravvivere sempre più stentatamente. Con tutto questo, voi pensereste che quel novanta per cento si ribelli o pensi al modo di redistribuire le risorse. No, si occupano di calcio e di canzonette. In sostanza, dormono. Come non sentirsi anormali in un mondo che è dominato dalla follia e dall'addormentamento della coscienza? Potete essere sicuri che coloro che sono perfettamente adattati a questo stato di cose sono... i veri pazzi.
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