Certo, lo sport va incoraggiato, ma è
pur sempre una competizione – il desiderio di arrivare primi, di battere
qualcuno o se stessi. Competizione è rivalità, quella rivalità, quella lotta,
quel dissidio, quella contesa, quella guerra, che è pur sempre il segno
distintivo degli esseri viventi (e quindi una legge della creazione da parte di
un eventuale Dio). E qui va ricordata la risposta di Gesù data ai suoi discepoli
che, non avendo capito nulla del messaggio del maestro, discutevano su chi
fosse tra loro “il più grande”: “Se uno vuol essere il primo sia l’ultimo di
tutti!” Un risposta degna di un maestro zen.
E, poiché sono pochi che capiscono
questo messaggio e quasi tutti vogliono essere i primi o tra i primi, il
risultato è che nel mondo c’è sempre guerra.
Ma non si tratta solo degli uomini; in
tutta la natura è così. Tutti gli esseri viventi sono costretti a lottare fra
loro per accaparrarsi il cibo, le femmine o il potere.
Insomma di questo principio non sono
responsabili gli uomini, ma chi ha dato origine alla vita. Gli uomini però sono
in grado di ragionare e di essere consapevoli e quindi ci aspetteremmo che
almeno i più evoluti cercassero di portare armonia e collaborazione, non
competizione.
Chi è dunque il nuovo dio? Non certo il
Padre, ma un figlio consapevole perché capace di meditare.
Comunque, attenzione alle ambizioni
nascoste. Perché anche questa storia del farsi ultimi può essere un modo per
farsi primi.