lunedì 20 dicembre 2021

I "non miracoli"

 

Se qualcuno scampa a una sciagura dove muoiono in tanti, grida al miracolo. Ma nessuno grida al “non miracolo” per tutte le altre vittime. Se c’è un terremoto che non distrugge un paese, si celebra una messa di ringraziamento. Ma nessuno celebra una messa di “non ringraziamento” quando il terremoto devasta e uccide. Insomma si ringrazia Dio solo quando le cose ci vanno bene e scampiamo al pericolo.

Tutto il resto, quando le cose ci vanno male, non sappiamo a chi attribuirlo. Alla natura? Al destino? Al karma? A una specie di Anti-Dio? A Satana? Ci mancano addirittura le parole.

In questo modo costruiamo un’immagine di Dio completamente duale e legata ai nostri interessi.

La nostra mente funziona così: divide e contrappone senza vedere l’insieme, il tutto. Quando ci innamoriamo, per esempio, la persona amata ci sembra la bellezza e la perfezione. Ma poi, a poco a poco, saltano fuori anche i difetti, il lato oscuro. E spesso l’amore lascia il posto al suo contrario.

Insomma viviamo di mitizzazioni e di idealizzazioni e non vediamo la realtà.

Per vedere le cose così come sono, dobbiamo esaminare questi meccanismi conoscitivi e i nostri tentativi di falsare il mondo.

E questo è il compito della meditazione. Che è una smitizzazione e un ritorno alla realtà nella sua interezza e integralità. Né miracoli né maledizioni – il mondo va così.

Guardare le cose per quel che sono e non per quel che vorremmo.

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