martedì 13 novembre 2012

Non negare l'evidenza


Quando si leggono testi buddhisti, si ha l'impressione di un pensiero pessimista. Ma l'insistere sugli aspetti negativi dell'esistenza nasce da uno sforzo di superarli. Soltanto che il metodo è diverso da quello che seguiamo di solito. Noi neghiamo l'evidenza della sofferenza, ci ripetiamo che tutto va bene e cerchiamo di massimizzare il piacere - proprio per annegare la negatività. Invece il metodo buddhista non è basato sul trucco dell'evitamento e cerca innanzitutto di esaminare attentamente il problema, di sviscerare la questione, nella convinzione che solo se prendiamo coscienza della difficoltà e dei suoi meccanismi potremo uscirne... Va tutto bene, va tutto bene... ma se vi muore una persona cara, se perdete il lavoro o se vi ammalate, non va bene per niente, e la sofferenza è inevitabile. Per superare il problema, dobbiamo per prima cosa ammetterlo e guardarlo bene in faccia, non negarlo o cercare di annegarlo in qualche supplemento di piacere. Noi soffriamo, noi abbiamo a che fare con un aspetto negativo dell'esistenza. Non si tratta dunque di pessimismo, ma di realismo. Il metodo per uscire dalla sofferenza sta nello studiarla, nel cercarne le cause.
Meditare non significa scegliere solo le cose positive e costruirci un immaginario positivo (che cadrebbe rovinosamente alla prima difficoltà portandoci alla disperazione), ma significa portare l'attenzione su ogni cosa, bella o brutta che sia. Se soffriamo, ci conviene entrare profondamente nel dolore, e cercare di capirne le cause. Dobbiamo guardarlo da vicino, senza tentativi di addolcimento. Il vero metodo per superarlo è l'attenzione concentrata, non la rimozione. Vediamo troppe persone naufragare nell'alcool, nelle droghe, nel sesso, nel conformismo o nelle fedi religiose. Si spengono a poco a poco, si suicidano volontariamente... tutto pur di non guardare in faccia la realtà della sofferenza.

Nessun commento:

Posta un commento