mercoledì 7 novembre 2012

ll ciclo quotidiano della vita e della morte

Il buddhismo ci spinge ad uscire dal ciclo delle nascite e delle morti e ci fa immaginare un grandioso sistema di universi o di piani di realtà su cui possiamo transitare, avanzando o retrocedendo in base a come ci comportiamo. Questo può essere vero, ed è comunque una bella metafora. Ma, nel frattempo, noi ci dobbiamo occupare del quotidiano - ed anche qui scopriamo che ci sono continuamente momenti in cui ci sentiamo vivi e momenti in cui ci sentiamo morti, momenti in cui siamo pieni di energia e momenti in cui siamo pieni di sconforto, momenti di speranza e momenti di delusione, momenti di pace e momenti di guerra, momenti di attrazione e momenti di avversione, momenti di lucidità e momenti di confusione, momenti di vivacità e momenti di noia, eccetera eccetera; insomma l'esistenza è un continuo morire e rinascere, qui o chissà dove, un continuo alternarsi di piaceri e di sofferenze, di alti e di bassi. Questa è la vita - ci diciamo. Ed è vero: il nostro è un piano di cambiamenti e di contrasti costanti. Però è possibile trascendere il proprio limitato punto di vista, guardare le cose con distacco e raggiungere una visione più calma e più profonda delle cose. Questo non eliminerà i cambiamenti, ma ci darà la possibilità di dare ad essi una direzione, un senso e una coerenza che ci porteranno a migliorare la qualità della nostra vita.

1 commento:

  1. quello che non riesco a dare alla mia vita in questo momento. è tale il dolore e la confusione che ho paura di fare scelte errate che coinvolgono altre persone della mia famiglia. perdere le proprie identità e riprendere la vita reinventandosi dopo mezzo secolo è talmente faticoso e doloroso!

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