venerdì 23 novembre 2012

Il Dio dei favoritismi


Qualcuno potrebbe sostenere che anche il buddhismo crede in una qualche forma di Divinità, dal momento che crede in una Legge suprema (il Dharma) che regola il mondo. Però si noti la differenza: non c'è un Dio che l'abbia creata, non c'è un Dio che intervenga nell'universo per proteggere od ostacolare, non c'è un Dio che faccia miracoli per questo o per quello. Il Dharma è una legge imparziale, obiettiva, come una legge fisica, come la legge di gravità. Ed è una legge retributiva: ad ogni azione corrisponde una conseguenza. Se fai male, pagherai questo male, nella vita attuale o in un'altra vita . Se fai bene, otterrai dei vantaggi, oggi o domani. Quindi ognuno è artefice di se stesso, ognuno ha il destino che si merita. E nessuno può cambiare questa Legge.
Invece, chi crede in Dio-Persona crede in un Potere che può intervenire a suo piacimento a cambiare le cose, magari con un miracolo, a suo insindacabile giudizio. "Io sono il Padrone e faccio quel che mi pare!" Si prenda il caso di Giobbe, perseguitato ingiustamente, senza una ragione, da un Signore intemperante e capriccioso, un po' come un satrapo orientale.
Anche Gesù, equiparato dai suoi credenti al "Figlio di Dio" e dunque a Dio, fa i suoi miracoli per favorire qualcuno, o perché lo conosce personalmente o perché è un amico o un parente di qualcun altro. Lazzaro, per esempio, era il fratello di Marta e Maria, amiche e seguaci di Gesù. E una donna guarita era la suocera di Pietro. Questo vi ricorda qualcosa?
Sì, la nostra società cattolica - la società dei favori, dei privilegi, dei raccomandati, di quelli che conoscono le persone giuste, di quelli che sono parenti o amici di qualcuno che conta, ecc.
Insomma, come uno è, così è il suo Dio - e, viceversa, il Dio in cui crediamo forgia la nostra società. Se dunque c'è tanta ingiustizia e arbitrarietà, se non c'è imparzialità, sapete da dove viene questa forma mentis.

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