venerdì 9 novembre 2012
Il senso della vita
Ogni tanto, nel corso dell'esistenza, smarriamo il senso della vita - magari c'è stata una perdita affettiva, magari c'è stato un cambiamento improvviso, magari ci ritroviamo soli, magari abbiamo perso il lavoro, magari dobbiamo vivere con chi non ci piace, magari non possiamo vivere con chi vorremmo, e così via. Allora ci sentiamo persi, inutili, vuoti, stanchi, senza prospettive per il futuro; si è spenta una luce e non sappiamo come riaccenderla.
Prima o poi, capita a tutti, perché l'esistenza è un cambiamento continuo, perché è un passare da una crisi all'altra, perché niente dura a lungo, perché stiamo invecchiando... Dov'è il nuovo senso, la nuova direzione? E dov'è finita la nostra voglia di vivere?
Il problema è che cerchiamo questo senso al di fuori di noi; e, se ci aspettiamo che le cose cambino grazie a circostanze esterne o ad altre persone, potremmo attendere a lungo. In fondo, la vita non ha un senso razionale - l'unico suo senso è il vivere stesso. E la direzione è sempre la stessa: quella della vita di tutti i giorni, quella degli anni che passano...
Il senso deve essere cercato dentro di noi. Noi abbiamo perso la strada (anche se non per colpa nostra), noi dobbiamo ritrovarla. Per ricominciare, bisogna ripartire dalle piccole cose: da una mattina di sole, da una nuova primavera, da un buon cibo, da una pianta che cresce, dalle parole di un amico o di un libro, ecc. Al di là dei grandi eventi, la felicità è sempre disponibile dentro di noi: è una questione di punti di vista, di saper guardare. Quando avremo sollecitato questo senso della felicità interiore, potremo affrontare anche i problemi esterni. Ma l'importante è riuscire a cambiare la prospettiva. Come diceva Ugo Ojetti, "la felicità è un modo di vedere".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento