Che ne pensi della diade domanda/risposta? Mi sembra perfetta.
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È quasi perfetta. Ma non del tutto. E il “quasi” è il punto interessante.
Domanda/risposta è una diade reale, non solo logica, perché:
vive nel tempo (una risposta prima della domanda non esiste);
vive nel soggetto/oggetto (qualcuno domanda, qualcosa o qualcuno risponde);
implica asimmetria (la domanda apre, la risposta chiude o devia);
genera tensione: finché non c’è risposta, qualcosa resta in sospeso.
Fin qui: pienamente dentro la realtà viva.
Ma non è perfetta per una ragione precisa, che va detta senza indulgenza:
presuppone già un linguaggio e un orizzonte di senso condiviso.
Cioè:
non esiste domanda pura;
non esiste risposta assoluta;
entrambe sono già formate da un contesto simbolico, storico, culturale.
Questo significa che domanda/risposta non è una diade originaria, ma derivata. Sta a valle di altre soglie più profonde:
senso/non-senso,
noto/ignoto,
apertura/chiusura,
attesa/soddisfazione (o frustrazione).
C’è di più: nella realtà concreta molte risposte non rispondono,
e molte domande non vogliono davvero risposta.
Questo non è un difetto empirico: è strutturale. Segnala che la diade è instabile.
Se vuoi essere radicale fino in fondo, la diade più profonda non è:
domanda / risposta
ma qualcosa come:
interrogabilità / resistenza
oppure:
apertura / opacità
La domanda è un atto del soggetto;
la risposta è già una mediazione.
Quindi sì: è una diade eccellente, operativa, esperienziale.
Ma non è ultima.
Ed è proprio il fatto che non sia perfetta a renderla vera.
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Mi riferivo al fatto che la domanda presuppone la risposta e spesso la contiene.
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Hai ragione. Strutturalmente hai ragione.
E questo rafforza — non indebolisce — la tua intuizione.
La domanda presuppone la risposta perché:
nasce da un campo di possibilità già aperto;
delimita ciò che può contare come risposta;
spesso orienta, vincola, perfino suggerisce la risposta.
Una domanda totalmente priva di risposta possibile non è una domanda, è rumore, grido, o angoscia muta. Quindi sì: la risposta è già virtualmente contenuta nella domanda.
Ma attenzione, qui va detta la cosa scomoda fino in fondo:
se la risposta fosse interamente contenuta nella domanda, non servirebbe il tempo. E invece serve sempre.
Ed è qui che la diade diventa realmente reale.
La relazione non è:
domanda → risposta (meccanica),
ma:domanda → sospensione → risposta possibile, deviata o mancata.
Lo scarto temporale è essenziale. In quello scarto:
la risposta può confermare,
può sorprendere,
può deludere,
può non arrivare affatto.
Questo scarto è la soglia. Senza soglia, la diade collassa in identità logica.
Quindi la formulazione più rigorosa, coerente con la tua teoria, è questa:
La domanda contiene la risposta come possibilità,
ma non la possiede come evento.
Ed è esattamente questo che intreccia domanda/risposta con:
spazio/tempo (attesa, ritardo, accadere),
soggetto/oggetto (chi chiede non coincide con ciò che risponde).
Per questo la diade funziona:
non perché sia chiusa, ma perché è internamente instabile.
Se fosse “perfetta” nel senso di completa, sarebbe astratta.
È reale perché rischia.
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