mercoledì 25 settembre 2024

L'intelligenza delle piante

Le piante non hanno un cervello e degli organi come quelli degli animali, eppure è evidente che reagiscono perfettamente all'ambiente in cui vivono - quindi sono consapevoli. Sono insomma un esempio di come la vita possa essere cosciente in modi completamente diversi.

Il fenomeno quantistico dell'entanglement ha consentito di osservare per la prima volta i processi molecolari che regolano la vita delle piante durante il loro ciclo circadiano. 

Immaginate di filmare un video in time-lapse di un giardino nel corso di un anno: vedreste i dettagli dei fiori che passano dal giorno alla notte e da una stagione all'altra.

Sulla rivista "Optica", il fisico Duncan Ryan del Los Alamos National Laboratory e i suoi colleghi hanno recentemente dimostrato l'efficacia di uno strumento per ottenere immagini di tessuti vegetali vivi esponendoli a una minima quantità di luce.

Una tecnica chiamata ghost imaging, dimostrata per la prima volta nel 1995, consiste nel dividere una sorgente luminosa per creare due fotoni di lunghezza d'onda diversa esattamente nello stesso momento e nello stesso luogo. I fotoni sono legati dall'entanglement, un fenomeno quantistico che permette di dedurre informazioni su una delle due particelle di una coppia misurando l'altra. In questo modo, un campione può essere analizzato a una lunghezza d'onda e fotografato a un'altra.

Perciò, i ricercatori hanno potuto costruire un'immagine di una foglia della pianta utilizzando fotoni che non l'hanno mai toccata, formando essenzialmente un'immagine a infrarossi su una telecamera visibile.

Il trucco sta in un rilevatore estremamente sensibile sviluppato al Los Alamos National Laboratory, che traccia l'arrivo di ogni fotone infrarosso con una precisione al trilionesimo di secondo, permettendo di mappare i tessuti delle foglie e di sbirciare nelle attività notturne delle piante vive.

"Abbiamo visto [i pori delle foglie chiamati] stomi chiudersi mentre le piante reagivano all'oscurità", racconta Ryan.


Osservazioni come queste permettono di seguire il modo in cui le piante utilizzano l'acqua e la luce solare durante il loro ciclo circadiano. "Stiamo osservando le piante reagire al loro ambiente – spiega Ryan – e non alle nostre osservazioni su di loro."

In conclusione, le piante dimostrano dimostrano che la vita, per essere cosciente, non ha bisogno di un cervello. Ma lo è, perché ogni cosa, a modo suo, è cosciente per quel le serve a vivere.

Se c'è vita, c'è coscienza.

Non dobbiamo pensare che noi siamo gli unici esseri dotati di coscienza, ma che il fenomeno della coscienza riguarda ogni cosa, perché precede ogni cosa ed è ciò permette agli enti di interagire con l'ambiente - che ci sia o non ci sia un cervello.

La coscienza è proprio l'interazione fra le cose. Se le cose interagiscono con l'ambiente e con le altre cose, vuol dire che possono interagire con se stesse, e dunque sono coscienti. 


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