venerdì 27 settembre 2024

La preghiera contemplativa

 Coloro che pregano Dio, qualche altra figura ritenuta divina (ritorna il politeismo) o un santo, credono di essere novelli Marconi capaci di inviare messaggi oltre i confini stessi dell'universo, in quel luogo o non luogo dove abita l'Onnipotente.

Già, chissà dove abita.

Si sentono come delle potentissimi stazioni radio, magari ricetrasmittenti, che comunicano con il Divino. Beati loro, io faccio fatica a comunicare anche con il vicino.

Ma forse pensano che Dio sia loro vicino e che tra miliardi di miliardi di esseri viventi stia ad ascoltare proprio loro.

Gli antichi peruviani di Nazca erano ancora più diretti in fatto di comunicazione e disegnavano delle figure grandissime sul terreno, in modo che fossero visibili dall'alto dei Cieli. Logici, no?


Chi medita non ha questa pretesa di comunicazione, perché in realtà non lancia messaggi o richieste, ma se sta raccolto su di sé rimanendo in silenzio ed escludendo proprio ogni petulante richiesta alle potenze del Cielo.

Un uomo nudo che non cerca nulla, se non se stesso, quel se stesso che va perduto proprio nelle relazioni con gli altri.

A dir la verità, anche nelle religioni teistiche esiste una pratica simile. Si chiama "preghiera contemplativa" e consiste nello stare in silenzio alla presenza divina senza chiedere nulla, come quando si ama qualcuno e ci basta stargli vicino, ben sapendo che dire anche solo "ti amo" non può esprimere la vastità e l'intensità del nostro sentimento.

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