Nel nostro ottuso ottimismo, noi crediamo che l’essere nati sia
una fortuna, come aver vinto una lotteria. Uno spermatozoo su un milione è
giunto alla meta e ha fecondato un ovulo! Ma, prima di nascere, prima di essere
un io, avevamo forse qualche bisogno o qualche sofferenza? E, dopo, quante ne
abbiamo?
Si dirà che, se non c’erano sofferenze, non c’erano nemmeno gioie,
esperienze e coscienza, ed è vero. Ma ciò che c’era prima è esattamente lo
stato eterno - da cui esce come una gittata lo stato della manifestazione con
il suo dualismo.
Se dunque cercate l’immortalità e l’eternità, sapete da che parte
andare. Ma, se cercate la “vita eterna”, sappiate che non esiste, che è una
contraddizione in termini.
Il giochetto poi di dividere l’esperienza in due – quella buona e
quella cattiva – sperando di accaparrarsi solo la parte che ci piace, è una
pura illusione. Come sperare di separare la luce dal buio.
Nessun commento:
Posta un commento