sabato 13 giugno 2020

Il gioco delle religioni


Da quando esiste il mondo, il gioco delle religioni è sempre lo stesso: promettono qualcosa in un aldilà fantomatico se ti sottometti ai loro dogmi e rituali. Nessuno però ha mai potuto dimostrare che ci sia qualcosa di vero in quello che dicono. E poi a chi credere? Al paradiso dei cristiani dove saremo tutti angeli o a quello dei maomettani con tante vergini a disposizione dei maschi? Senza contare che esiste anche la controparte: l’inferno.
Insomma, quella delle religioni è la truffa perfetta. Nessuno può tornare a dire: “è vero” o “non è vero”. Perché allora la gente ci crede? La gente vuole crederci perché ha bisogno di rassicurazioni e di regole. Tant’è vero che queste religioni della sottomissione sono sempre alleate politicamente dei partiti che promettono ordine e legge.
Il loro Dio (immaginario) è in fondo ciò che garantisce l’ordine cosmico.
Ma, lasciando perdere coloro che promettono ciò che non possono dimostrare, lasciando perdere le religioni che pomposamente e presuntuosamente si definiscono “rivelate”, lasciando perdere le caste sacerdotali assetate sempre di soldi e di potere, lasciando perdere coloro che vogliono ingannare e coloro che vogliono farsi ingannare, lasciando perdere i grandi profeti, i “figli di Dio” e i salvatori, che sono passati su questa terra ma in realtà non hanno cambiato nulla di sostanziale nell’esistenza umana, è la nostra esperienza che deve dire la parola ultima. La nostra esperienza, non una fede che è sempre una proiezione dei nostri piccoli desideri.
Dobbiamo osservare, dobbiamo cercare, dobbiamo sfatare mille miti, dobbiamo saper distinguere tra fantasie e realtà. E l’unico modo per farlo è stare attenti alle attività della nostra coscienza, della nostra mente, della nostra stessa attenzione. Non ci dobbiamo fidare né delle idee degli altri, né delle etichette, né delle sedicenti autorità, né delle tradizioni.
La verità non sta in questa o quella tradizione, ma in ciò che sta al di fuori di tutte le tradizioni e di tutti gli schemi. Perché anche la coscienza è una grande creatrice di forme e di credenze; anzi, si può dire che tutto ciò che vediamo è una sua creazione. Noi viviamo non in un mondo reale, ma in un mondo immaginario… che finirà con la dissoluzione della nostra coscienza.
La realtà è ciò che sta prima della coscienza: è qualcosa che per la nostra mente è inimmaginabile. E quindi non servono a niente le religioni e le teologie, fatte di concetti e parole. Solo quando tacciono concetti, fantasie, fedi e chiacchiere, solo allora per qualche istante intuiamo ciò che sta “oltre” e che non ci racconta storie.

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