Siamo sempre alla ricerca di nuovi concetti, di nuove parole, di
nuove interpretazioni, di nuove visioni, di nuove idee… che ci illuminino di
colpo.
Ma la verità, anzi la realtà, non sta in qualche nuova idea. Sta nella fine di ogni idea.
In effetti, ogni idea contiene errori, ogni idea è
un’interpretazione, ogni idea è limitata, ogni idea è impotente. È come quando
vogliamo riprodurre su un foglio piatto un oggetto tridimensionale.
Come ci dice un famoso apologo zen, l’unico modo per sapere o
spiegare che cosa sia una brocca non è descriverla a parole o rappresentarla in
qualche modo, ma… prenderla in mano. Oggi si dice che la mappa non è il
territorio, giustamente.
Niente può sostituire l’esperienza diretta.
La meditazione, a differenza delle religioni, vorrebbe essere un’esperienza
diretta sia del nostro stato sia del “quarto stato” – quello della dimensione
ultima senza definizioni.
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