Noi crediamo che, senza l’identificazione con un corpo, non ci
sarebbe nessuna possibilità di esperienza. Mentre è esattamente il contrario:
tutto è più vivo e reale. Sono i sensi fisici che ci offuscano la realtà e ci
fanno vedere un mondo opaco e doloroso. È l’ “io sono” che ci rimpicciolisce e
immiserisce tutto, facendoci credere che siamo individui separati.
Associandoci a un corpo fisico, siamo convinti che, con la sua
morte, tutto sparirà, mentre è esattamente il contrario. È l’identificazione
con una forma che ci ha già fatto morire alla totalità dell’esperienza
introducendo lo spezzettamento del tempo, dello spazio e dell’io.
La meditazione è l’allargamento e il superamento della visuale
ego-centrica e formo-centrica. È addestrarsi a disidentificarci dal corpo e
dalla coscienza egoica: “Io non sono questo, io non sono quello…”. Io sono la
totalità che non nasce e non muore e che talvolta si restringe creando centri
isolati e sofferenti.
Ma la mia vera identità, la mia origine, è la totalità.
Dobbiamo dunque cambiare prospettiva, imparare a esistere senza
forma. Chi si autolimita, perde il tutto.
Nessun commento:
Posta un commento