martedì 9 giugno 2020

Nuovi punti di vista


Noi crediamo che, senza l’identificazione con un corpo, non ci sarebbe nessuna possibilità di esperienza. Mentre è esattamente il contrario: tutto è più vivo e reale. Sono i sensi fisici che ci offuscano la realtà e ci fanno vedere un mondo opaco e doloroso. È l’ “io sono” che ci rimpicciolisce e immiserisce tutto, facendoci credere che siamo individui separati.
Associandoci a un corpo fisico, siamo convinti che, con la sua morte, tutto sparirà, mentre è esattamente il contrario. È l’identificazione con una forma che ci ha già fatto morire alla totalità dell’esperienza introducendo lo spezzettamento del tempo, dello spazio e dell’io.
La meditazione è l’allargamento e il superamento della visuale ego-centrica e formo-centrica. È addestrarsi a disidentificarci dal corpo e dalla coscienza egoica: “Io non sono questo, io non sono quello…”. Io sono la totalità che non nasce e non muore e che talvolta si restringe creando centri isolati e sofferenti.
Ma la mia vera identità, la mia origine, è la totalità.
Dobbiamo dunque cambiare prospettiva, imparare a esistere senza forma. Chi si autolimita, perde il tutto.

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