Per vivere, non bisogna essere troppo consapevoli della morte. O
ci si blocca. Ma, se non si è minimamente consapevoli della morte, non si può
neppure valutare la tragica inconsistenza dell’esistenza e si compiono errori
madornali, dando troppa importanza a cose che non ne hanno.
I ricchi e i potenti, che hanno da perdere anche tutto ciò che
hanno accumulato, devono necessariamente inventarsi un aldilà in cui potranno
far valere la loro importanza terrena. Nascono così certe ridicole fantasie su
paradisi, purgatori e inferni e l’intera struttura gerarchica in cui si possano
ristabilire le distanze fra chi conta e chi non conta.
La mente umana non smette mai di lavorare proiettando schemi e fantasie
di ogni genere. Non sa – anzi non vuol sapere – che la morte spazzerà via
questo enorme castello di carte.
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