Da quando esiste il mondo, il gioco delle religioni è sempre lo
stesso: promettono qualcosa in un aldilà fantomatico se ti sottometti ai loro
dogmi e rituali. Nessuno però ha mai potuto dimostrare che ci sia qualcosa di
vero in quello che dicono. E poi a chi credere? Al paradiso dei cristiani dove
saremo tutti angeli o a quello dei maomettani con tante vergini a disposizione
dei maschi? Senza contare che esiste anche la controparte: l’inferno.
Insomma, quella delle religioni è la truffa perfetta. Nessuno può
tornare a dire: “è vero” o “non è vero”. Perché allora la gente ci crede? La
gente vuole crederci perché ha
bisogno di rassicurazioni e di regole. Tant’è vero che queste religioni della
sottomissione sono sempre alleate politicamente dei partiti che promettono
ordine e legge.
Il loro Dio (immaginario) è in fondo ciò che garantisce l’ordine cosmico.
Ma, lasciando perdere coloro che promettono ciò che non possono dimostrare,
lasciando perdere le religioni che pomposamente e presuntuosamente si
definiscono “rivelate”, lasciando perdere le caste sacerdotali assetate sempre di
soldi e di potere, lasciando perdere coloro che vogliono ingannare e coloro che
vogliono farsi ingannare, lasciando perdere i grandi profeti, i “figli di Dio” e
i salvatori, che sono passati su questa terra ma in realtà non hanno cambiato
nulla di sostanziale nell’esistenza umana, è la nostra esperienza che deve dire
la parola ultima. La nostra esperienza, non una fede che è sempre una proiezione
dei nostri piccoli desideri.
Dobbiamo osservare, dobbiamo cercare, dobbiamo sfatare mille miti,
dobbiamo saper distinguere tra fantasie e realtà. E l’unico modo per farlo è
stare attenti alle attività della nostra coscienza, della nostra mente, della
nostra stessa attenzione. Non ci dobbiamo fidare né delle idee degli altri, né
delle etichette, né delle sedicenti autorità, né delle tradizioni.
La verità non sta in questa o quella tradizione, ma in ciò che sta
al di fuori di tutte le tradizioni e di tutti gli schemi. Perché anche la
coscienza è una grande creatrice di forme e di credenze; anzi, si può dire che
tutto ciò che vediamo è una sua creazione. Noi viviamo non in un mondo reale,
ma in un mondo immaginario… che finirà con la dissoluzione della nostra
coscienza.
La realtà è ciò che sta prima della coscienza: è qualcosa che per
la nostra mente è inimmaginabile. E quindi non servono a niente le religioni e
le teologie, fatte di concetti e parole. Solo quando tacciono concetti,
fantasie, fedi e chiacchiere, solo allora per qualche istante intuiamo ciò che
sta “oltre” e che non ci racconta storie.