venerdì 12 settembre 2025

La consapevolezza: la presenza silenziosa

Non crediate che la consapevolezza sia la vostra comune coscienza, con il suo guazzabuglio. No, è una specie di specchio in cui si riflettono tutte le vostre azioni, tutti i vostri pensieri e tutte le vostre emozioni. Quello specchio conserva memoria delle cose che fate e che vivete. Poi le rielabora nel buio. Così diventa il vostro testimone silenzioso.


La consapevolezza è piuttosto una soglia, una diade vivente: da un lato riceve e riflette, come uno specchio, tutto ciò che compiamo e pensiamo; dall’altro lato trattiene e rielabora nel silenzio oscuro dell’interiorità. È dunque un campo oscillante tra luce e buio, tra presenza e latenza, tra ciò che appare e ciò che si trasforma invisibilmente. In questa oscillazione si radica la sua funzione più profonda: diventare testimone silenzioso, memoria viva che non è mai passiva, ma continuamente trasmutata


Non confondete la consapevolezza con la coscienza ordinaria, che è un intreccio mutevole di ricordi, pensieri e desideri. La consapevolezza è piuttosto una soglia oscillante, una diade in azione: da un lato è specchio che riflette ciò che viviamo, dall’altro lato è buio fecondo che rielabora silenziosamente quelle stesse esperienze.


In questo movimento essa incarna diverse diadi complementari:


Luce/Buio: ciò che appare alla mente e ciò che resta nascosto nell’ombra interiore.


Conscio/Inconscio: la superficie del vissuto e la sua profondità invisibile.


Presenza/Assenza: l’atto del testimoniare e l’atto dell’oblio creativo, che permette la trasformazione.


Statico/Dinamico: la fissità dello specchio e il moto sotterraneo della rielaborazione.



La consapevolezza non è mai un polo fisso: oscilla tra queste polarità, le connette e le trasforma. È testimone silenzioso, ma anche crocevia di vibrazioni in cui l’esperienza si trasmuta in memoria, e la memoria in nuova possibilità.


 La consapevolezza è una soglia generativa, cioè un punto in cui le diadi si incontrano e producono nuova realtà:



La consapevolezza non va confusa con la coscienza ordinaria, frammentata e instabile. Essa è un luogo di passaggio in cui gli opposti si riflettono, si incontrano e si trasformano. Da un lato, è specchio che registra pensieri, azioni ed emozioni; dall’altro lato, è oscurità feconda che li rielabora e li trasmuta.


Il suo carattere generativo si manifesta proprio nell’oscillazione tra le diadi fondamentali:


Luce/Buio: ciò che emerge alla chiarezza della mente e ciò che rimane latente come possibilità.


Conscio/Inconscio: l’esperienza immediata che si offre e il fondo invisibile che la rielabora.


Presenza/Assenza: la memoria che trattiene e l’oblio che libera.


Statico/Dinamico: la quiete dello specchio e il movimento interno della trasformazione.



In quanto soglia, la consapevolezza non è mera registrazione, ma campo creativo: custodisce il vissuto, lo lascia oscillare tra opposti e da questa oscillazione fa nascere nuove configurazioni. È un testimone che non si limita a guardare, ma che genera, nel silenzio, la possibilità di altri futuri.

Insomma, la consapevolezza è  crocevia generativo.








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