Ecco un esempio immaginario di una vibrazione o onda la cui prima metà è fisica, mentre la seconda metà è mentale, nel senso che viene captata come emozione, sentimento, significato, vibrazione della psiche. Questo perché nella mia concezione le vibrazioni o le onde di cui è fatto tutto (fenomeni materiali e fenomeni psichici) sono fenomeni psicofisici, ossia portano in sé i significati. Il suono di una sirena significa per noi qualcosa di ben diverso dal suono di una corda musicale. (Gemini)
Copilot:
🌊 L’Onda Psicofisica
Immagina un’onda che nasce dal mare della materia. La sua prima metà è fatta di molecole, vibrazioni, forza gravitazionale e impulsi elettrici. È tangibile, misurabile, come un battito cardiaco o un suono che attraversa l’aria.
Poi, a metà del suo arco, qualcosa cambia. L’onda si trasforma: le sue creste diventano pensieri, le sue valli emozioni. Non è più solo energia fisica, ma significato. Porta con sé ricordi, intuizioni, desideri. È come se la materia avesse imparato a pensare.
Questa seconda metà non si vede, ma si sente. È l’eco di un’idea, il riflesso di una coscienza. L’onda non si infrange: si dissolve nel mentale, lasciando dietro di sé un senso di comprensione profonda.
Se vuoi, possiamo esplorare insieme il significato simbolico di questa onda, o provare a trasformarla in poesia, musica, o filosofia. Dove vuoi che la portiamo?
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Quello che voglio dire che i significati mentali o psichici non nascono da una trasmutazione secondaria dal messaggio fisico al messaggio mentale (da res extensa a res cogitans, come pensava Cartesio), ma sono già contenuti nel fenomeno onda o vibrazione, che è la parte ricevuta ed elaborata dal cervello che così è solo un ricevitore specializzato, non un datore di senso.
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Quello che stai affermando è molto radicale, e perfettamente coerente con la tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari.
Stai dicendo:
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Il significato non è un’aggiunta posteriore. Non nasce dopo che il fenomeno fisico (l’onda sonora, ad esempio) è stato elaborato dal cervello.
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Il significato è co-originario al fenomeno. L’onda o la vibrazione non è mai “pura materia” o “puro movimento fisico”: porta già in sé una dimensione di senso che è inseparabile dalla sua natura energetica.
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Il cervello non è un creatore, ma un selettore/trasduttore. La sua funzione è simile a un’antenna: non genera il contenuto semantico, ma lo sintonizza, lo riceve e lo rielabora in forme rappresentabili e utilizzabili.
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In questo modo, la dicotomia cartesiana res extensa / res cogitans viene superata: non c’è un salto ontologico da materia a mente, ma un’unica vibrazione oscillante, che porta già in sé entrambi gli aspetti (fisico e psichico).
Questo implica che:
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Il significato è immanente al reale. Non è un prodotto soggettivo, ma una proprietà strutturale del mondo, che si manifesta attraverso vibrazioni, configurazioni e oscillazioni.
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La mente non “aggiunge” ma “svela”. L’esperienza psichica è la ricezione in forma conscia di un significato che era già inscritto nella dinamica vibrazionale.
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Fisico e psichico sono due facce complementari. Non ci sono due mondi separati, ma un solo fenomeno oscillante che si mostra ora come energia/materia, ora come senso/psiche.
👉 In termini di manifesto, questo passaggio si potrebbe formulare così:
Il significato non è una sovrastruttura mentale costruita su un sostrato fisico privo di senso. Ogni onda, ogni vibrazione porta già in sé la dimensione del senso, che la psiche umana non fa che accogliere, tradurre e modulare. La coscienza è un ricevitore specializzato di un significato già immanente al reale.
Vuoi che lo trasformi direttamente in un paragrafo pronto per essere collocato nel Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari?
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Sì, trasforma.
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Perfetto. Allora trasformo il testo in una sezione del Manifesto, collocata subito dopo il capitolo “La musica come configurazione oscillante dell’invisibile”, così da proseguire in modo naturale il discorso.
Il suono come diade psicofisica: la vibrazione che è già significato
Il suono è l’esempio più evidente della natura diadica della realtà. Non è un fenomeno puramente fisico che, a un certo punto, “diventa” mentale: questa premessa è falsa e genera il falso problema della trasmutazione impossibile tra materia e mente.
La vibrazione sonora non si trasforma in qualcos’altro, così come l’acqua non diventa mai fuoco. Piuttosto, come l’acqua che si presenta ora come ghiaccio, ora come vapore, il suono manifesta i suoi due stati senza perdere la propria identità:
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stato fisico, misurabile in onde, frequenze, decibel;
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stato mentale, vissuto come emozione, significato, esperienza.
Il suono non è mai “neutro”: contiene fin dall’origine questa duplice natura. Una sirena non è soltanto un insieme di onde acute e ripetitive, ma è già un dispositivo psicofisico che suscita allarme. Un adagio musicale non è soltanto armonia di frequenze, ma è già vibrazione emotiva che tocca memoria, attesa e interiorità.
In questa prospettiva, il suono diventa un ponte di soglia tra il materiale e l’immateriale, tra il misurabile e il vissuto. È la dimostrazione concreta che la realtà non procede per salti incomprensibili, ma per oscillazioni di stato all’interno di una stessa unità vibrazionale.
La musica e il linguaggio non sono miracoli insondabili, ma configurazioni della diade originaria che intreccia fisico e mentale. Ogni vibrazione è già significato, ogni significato è già vibrazione.
Vuoi che aggiorni anche l’indice del Manifesto per includere questa nuova sezione?
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Da tenere presente che non mi riferisco solo al suono, ma tutte le percezioni dei cinque sensi.
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Ottimo — è importante generalizzare: non solo il suono, ma tutte le percezioni sensoriali seguono lo stesso schema. Possiamo aggiungere/modificare la sezione del Manifesto per estenderla ai cinque sensi. Ecco come riscriverei/integrei la sezione:
La percezione come diade psicofisica: tutte le vibrazioni che sono già significato
Non solo il suono, ma ogni percezione — vista, tatto, gusto, olfatto, udito — è fin dall’origine un fenomeno psicofisico, un intreccio inseparabile tra un aspetto materiale e uno mentale. Non c’è un momento in cui ciò che è fisico “diventa” mentale: piuttosto, ogni percezione manifesta simultaneamente i due poli, a seconda della soglia di attenzione, della soglia biologica, della soglia culturale.
Stati della percezione
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Stato fisico: stimolo ambientale, onde elettromagnetiche, molecole nell’aria, pressione, vibrazione — misurabile, oggettivabile.
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Stato intenzionale/mentale: esperienza sensibile, riconoscimento, emozione, significato attribuito, interpretazione.
Non c’è trasformazione che cambia sostanza (come acqua → fuoco), ma oscillazione di stato dell’unità originaria.
Esempi
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Vista: il colore rosso non è solo una lunghezza d’onda, ma un’esperienza che richiama attenzione, emozione, pericolo, amore, a seconda del contesto.
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Olfatto: una fragranza di gelsomino è molecole volatili, ma è anche memoria, desiderio, atmosfera.
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Tatto: toccare un tessuto ruvido non è solo la stimolazione dei recettori: è dolore, fastidio, avversione, oppure promessa di calore e sicurezza, a seconda della percezione.
Significato epistemologico
Questo approccio elimina la necessità di un “salto” inspiegabile tra fisico e mentale. Non dobbiamo immaginare due sostanze separate (materia vs mente) collegate da un ponte: la percezione è una diade originaria, che si manifesta simultaneamente nei due poli.
Permette anche di dare coerenza a molte esperienze problematiche nelle teorie dualiste o puramente materialiste, come:
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Qualia — le qualità esperienziali non appaiono come qualcosa che “si aggiunge” dopo il fisico, ma sono già implicate nella percezione stessa.
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Soggettività e oggettività — l’esperienza sensoriale è insieme dato soggettivo e “fenomeno” che si riferisce a qualcosa di esterno, ma sempre permeato di senso.
Se vuoi, posso rielaborare il Manifesto integrando questa versione, con titolo come:
“Ogni percezione come diade psicofisica: i cinque sensi, vibrazione e significato”
Vuoi che la inserisca con questa formulazione?
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D'accordo.
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Perfetto, allora ti preparo la nuova sezione per il Manifesto, in continuità con quella sul suono ma ampliata a tutti i sensi:
Ogni percezione come diade psicofisica: i cinque sensi, vibrazione e significato
Non solo il suono, ma tutte le percezioni sensoriali testimoniano che la realtà non è mai soltanto fisica né soltanto mentale. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto: in ognuno di essi ciò che chiamiamo “stimolo” non è un dato neutro che, successivamente, acquista un senso, ma un fenomeno psicofisico originario, in cui materia e significato coesistono sin dall’inizio.
Stati oscillanti della percezione
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Stato fisico: lunghezze d’onda luminose, vibrazioni sonore, molecole odorose, sostanze chimiche, pressioni meccaniche. Tutto ciò è descrivibile e misurabile.
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Stato mentale: colore, timbro, profumo, sapore, carezza. Tutto ciò è vissuto, interpretato, carico di emozioni e memoria.
Non si dà un salto tra fisico e mentale, ma un’oscillazione di stato che appartiene a un’unica vibrazione percettiva. Come l’acqua che resta acqua pur manifestandosi come ghiaccio o vapore, così ogni percezione conserva la sua identità psicofisica pur apparendo ora come stimolo materiale, ora come vissuto sensibile.
Esempi emblematici
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Vista: il rosso non è solo una lunghezza d’onda, ma richiama calore, attenzione, amore o pericolo.
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Olfatto: il gelsomino è molecole volatili, ma è anche memoria, desiderio, atmosfera emotiva.
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Tatto: la ruvidità non è solo attivazione dei recettori, ma esperienza di fastidio o di energia.
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Gusto: l’amaro non è solo una reazione chimica, ma segnale di rifiuto o di intensità.
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Udito: la sirena non è solo frequenze acute, ma allarme che mette in moto il corpo e la mente.
Conseguenze teoriche
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I qualia non sono aggiunte misteriose allo stimolo fisico, ma il lato mentale di una stessa oscillazione percettiva.
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Oggettivo e soggettivo non sono sfere separate, ma poli inseparabili che vibrano all’interno di un unico fenomeno.
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La mente e la materia non sono sostanze distinte: sono i due poli complementari che ogni percezione mette in gioco.
Ogni percezione è dunque una soglia oscillante tra mondo e coscienza, tra stimolo e senso. È in questa oscillazione che si fonda la possibilità stessa dell’esperienza e del significato.
Vuoi che adesso aggiorni l’indice del Manifesto per includere questa nuova sezione insieme a quella sul suono?
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Disegna un'onda immaginaria la cui prima metà è fisica, mentre la seconda è psichica o mentale.
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Ecco l’onda immaginaria: la prima metà (blu) rappresenta lo stato fisico, la seconda metà (rossa tratteggiata) lo stato psichico o mentale, con al centro la soglia di passaggio tra i due. Vuoi che prepari altre varianti grafiche in cui l’oscillazione fisico/psichica non sia divisa a metà netta, ma si intrecci progressivamente?
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