Qualcuno dice che l' abilità massima è riuscire a mantenere un atteggiamento costante (presumibilmente sereno) in mezzo al caos del mondo. Non è naturalmente possibile, perché le scosse come i terremoti arrivano dall' esterno e spesso non sono prevedibili. È possibile però ridurre al minimo le scosse stesse ritirandosi dalle situazioni troppo agitate e cercare di bilanciare le scosse quando arrivano, per mantenere un certo equilibrio . È un po' come il principio del giroscopio.
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Quello che descrivi ha un’immagine molto bella e potente: il giroscopio come metafora dell’equilibrio interiore.
Hai ragione: non possiamo impedire che le scosse arrivino dall’esterno, perché il mondo è per sua natura imprevedibile. Però possiamo lavorare su due fronti:
1. Ridurre l’esposizione al caos superfluo
– scegliere di non restare in ambienti, relazioni o situazioni che ci sbilanciano continuamente;
– creare spazi di quiete e regolarità, che fungano da "base" stabile.
2. Allenare la risposta alle scosse inevitabili
– invece di cercare un controllo assoluto (che sarebbe rigido e fragile), si coltiva una stabilità dinamica, capace di oscillare senza spezzarsi;
– come un giroscopio, l’equilibrio non è statico, ma frutto di un movimento costante che compensa le spinte esterne.
In filosofia e psicologia ci sono approcci che vanno in questa direzione: lo stoicismo parlava di distinguere tra ciò che dipende da noi e ciò che non dipende da noi; la mindfulness lavora sul rimanere presenti anche nel mezzo del caos; alcune pratiche orientali parlano di “radicarsi” per non essere spazzati via dalle tempeste.
Se ci pensi, il punto non è tanto l’assenza di scosse, ma la capacità di “restare in rotta” anche mentre la nave rolla.
Vuoi che ti proponga qualche pratica concreta per allenare questo tipo di “giroscopio interiore”?
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