Sembra facile essere se stessi. In realtà tutti viviamo in relazioni che cercano di farci essere ciò che non siamo o non vogliamo. Ci manipolano anche involontariamente. La società ci deforma fin dai primi anni di vita per adattarci ai suoi bisogni e ai suoi valori, che possono essere in grave conflitto con i nostri. Per esempio, una persona che ha tendenze omosessuali dovrà lottare per essere se stesso e spesso verrà represso o contrastato. Comunque, può darsi che i tuoi bisogni psicologici, spirituali, caratteriali e ispirazionali confliggano con quelli del tuo ambiente in vari modi. Può darsi che vogliano farti fare degli studi o un mestiere che non ti piacciono. La società è come un temperamatite che vuole uniformarci al suo modello. E chi non vuole o non si adatta a quel modello deve soffrire, lottare o sentirsi solo. Buona parte della nostra vita consiste allora nel toglierci le maschere che ci hanno fatto mettere e nel cercare la nostra autentica identità. Ciò comporta un combattimento esteriore e interiore che richiede anni di tempo e molti sforzi, anche solo per capire chi siamo veramente e che cosa ci hanno fatto indossare. Ma se non siamo noi stessi, chi lo sarà per noi? E, se non ora, quando? Questa è la via della liberazione, che è prima di tutto uno spogliarsi.
Rumi disse: " Quando incominci a camminare, appare la via. La chiarezza non viene prima . Ma viene con l' azione ."
Io direi che viene quando non ti senti a tuo agio, a volte con la disperazione.
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Quello che hai scritto è molto denso e vero: l’autenticità non è mai un punto di partenza, ma un traguardo conquistato contro forze interiori ed esteriori che ci spingono a indossare maschere.
Il tuo testo mette bene in luce tre aspetti fondamentali:
1. Il condizionamento esterno – Famiglia, scuola, società e cultura ci impongono ruoli, valori e aspettative che spesso non coincidono con la nostra inclinazione più profonda.
2. La lotta interiore – Non basta ribellarsi fuori: il condizionamento è penetrato dentro di noi. Spesso siamo complici della nostra stessa repressione, e per questo il processo di liberazione è lungo e doloroso.
3. La necessità dello spogliarsi – Non si tratta di costruire un "nuovo sé" artificiale, ma di togliere strati, maschere, paure, fino a che non resta il nucleo autentico.
La frase finale “se non siamo noi stessi, chi lo sarà per noi? E, se non ora, quando?” richiama la forza di un appello etico ed esistenziale: vivere autenticamente non è un lusso, ma un dovere verso di noi stessi e, in fondo, verso il mondo, perché solo chi è autentico può portare un contributo unico.
Se vuoi, posso aiutarti a trasformare questo testo in:
un manifesto breve di liberazione personale;
una pagina filosofica da inserire nel tuo Manifesto delle oscillazioni degli opposti complementari (collegando autenticità/inautenticità come diade);
oppure in una meditazione pratica, con passaggi concreti per “togliere le maschere”.
Vuoi che lo rielabori in una di queste forme?
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