domenica 31 maggio 2020

Trovare una tregua



Se dovessimo dire chi siamo veramente, risponderemmo con sicurezza che siamo coloro che hanno quei pensieri, quei sentimenti, quelle emozioni e quei comportamenti – noi siamo “quelli” e non altri. È come la nostra pelle, il nostro corpo – qualcosa che ci aderisce strettamente e che ci identifica.
Ma le cose sono più sottili e profonde. In realtà, noi siamo coloro che percepiscono tutte queste cose. La distinzione è fondamentale. A differenza degli altri animali, noi siamo coscienti (o possiamo esserlo) dei nostri vari stati d’animo, dei nostri pensieri, delle nostre sensazioni, delle nostre reazioni, ecc. In altri termini, per quanto la pelle sia aderente, lascia comunque uno spazio in cui entra una specie di testimone, che può essere più o meno chiaro e distaccato.
Nell’uomo l’adesione non è perfetta, c’è un altro centro, un centro superiore. E lì noi possiamo posizionarci per osservare tutto il resto, fino al punto di vederci agire come degli attori che recitano un copione. È vero, i pensieri e i sentimenti sono “nostri”, ma in un certo senso sono predeterminati dal condizionamento generale, dalla commedia che tutti recitano… e quindi non sono del tutto originali. C’è qualcosa di più originale, di più reale, qualcosa che osserva tutto e se ne distacca.
Questo testimone silenzioso non può essere definito con i normali concetti (condizionati), ma può essere avvertito come una presenza. Non c’è bisogno di fare grandi sforzi. È lì ed è la nostra più antica identità. Ed è anche una posizione di tregua nelle continue tensioni della vita.
Il mondo è un luogo di conflitti, ma esce da una grande pace. E tu puoi recuperarla.

2 commenti:

  1. Mi son sempre chiesto cosa vede il testimone una volta sparito il corpo..

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  2. Il vedere è legato al corpo. Sparito questo, non c'è più un vedere dualistico, ma un essere il tutto.

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