martedì 5 maggio 2020

Il seme della meditazione


La meditazione è come un seme che va piantato e che a poco a poco darà i suoi frutti sbocciando in una nuova consapevolezza e capovolgendo il nostro punto di vista sull’esistenza.
Si può infatti inneggiare allo stato di coscienza che ci ha portato a vivere l’attuale esistenza incarnata in un corpo e un ego. Ma resta il fatto che la vita e il mondo sono fondati su una specie di avidità metafisica. Ciò che noi chiamiamo “amore” (per sé, per gli altri e per tutto), ossia il desiderio di vivere e di riprodursi, è in realtà una forma di attaccamento. Non solo vogliamo vivere, ma vogliamo anche perpetuarci in una catena di figli e di opere… disconoscendo il carattere effimero del cosmo.
La vita è desiderio avido di essere, di avere e di possedere, non un principio tanto elevato.
Se meditiamo a fondo, ci rendiamo conto che siamo caduti vittima di un abbaglio, di una drammatica illusione. Cercavamo chissà che, cercavamo gioia e realizzazione, ma abbiamo trovato insoddisfazione e ostacoli di ogni genere.
Forse allora possiamo uscire dall’equivoco scoprendo che c’è un altro modo di giudicare l’esistenza e di ragionare su una identità meno precaria.

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