venerdì 24 agosto 2012
Le diverse idee di religiosità
Le religioni teiste sono tutte fatte allo stesso modo: c'è un Dio o ci sono dei da adorare, c'è un profeta (l'unico autorizzato) o ci sono più profeti) o un Messia, c'è un libro sacro e c'è una chiesa, un tempio o una sinagoga in cui si svolge il culto di questo Dio o di questi dei. Cristianesimo, giudaismo, islam, hinduismo... testimoniano che la mente umana, quando vuol essere religiosa, concepisce sempre lo stesso modello. C'è un Dio che ti ha creato e che un giorno ti giudicherà. E ci sono ovviamente un paradiso e un inferno, in qualche posto, forse in cielo, forse sottoterra, forse su qualche altro pianeta...Ma poi esiste il Buddhismo e in particolare lo Zen, che ci dice qualcosa di completamente diverso. Non solo non esiste alcun Dio, ma è proprio il tuo credere in un Dio che non ti fa essere religioso. Infatti, se c'è un Dio, tu non sei libero - sei uno schiavo che deve ubbidire al suo padrone. E il padrone ti castigherà o ti premierà secondo le sue personali idee di male - le sue, non le tue. Se sei stato un bravo schiavo sottomesso, Dio ti premierà. Ma se hai disobbedito, se hai pensato con la tua testa, se ti sei ribellato all'autorità, se hai voluto scalare da solo l' "albero della conoscenza del bene e del male", allora sarai punito. Questa sarebbe l'essenza della religiosità teista: la sottomissione al Potere.
Invece, non c'è nessun Dio. Quel Dio che tu credi esistere è in realtà una tua idea, una tua interpretazione, una tua proiezione di ciò che è il padre, il padrone, l'autorità... un'idea del tutto umana. Le religioni in cui credi sono piccole e limitate, sono invenzioni degli uomini, i quali marchiano con i loro pregiudizi tutto ciò che creano. Per giustificare l'esistenza di quel Dio, ecco che nascono le teologie, sistemi filosofici che cercano di spiegare con categorie umane ciò che non è logico e neppure umano - un lavoro assurdo...
Ma che cos'è allora la religiosità? La religiosità non è credere, non è pensare, non è avere idee su qualcosa, non è ragionare su Dio (la teologia), ma è sperimentare ciò che vi è divino, nel mondo e in te - non in esperienze eccezionali, ma nella vita di tutti i giorni. Tu hai perso di vista lo straordinario che c'è nell'ordinario, la meraviglia che c'è nella vita semplice. È per questo che cerchi Dio in cielo o, peggio ancora, nelle chiese e nei templi. Ma Dio, il divino, non è chiuso in un luogo speciale; è dappertutto, è in ogni cosa e, soprattutto, è in te stesso. Tu stesso sei il tempio e il dio e la preghiera.
Il problema è che, a forza di pensare e di razionalizzare, a forza di dividere e distinguere mentalmente, a forza di costruire teologie ("quanti angeli ci sono su una capocchia di spillo?"), a forza di vivere in spazi prefabbricati e secondo leggi artificiali, hai perso di vista il divino, la meraviglia. Se dunque ti siedi semplicemente e non fai nulla - proprio nulla, nemmeno cercare di pensare -, se lasci cadere la mente con il suo fardello di distinzioni e di di cavilli, puoi recuperare l'esperienza del divino che è in te e dappertutto. Certo, oggi è sempre più difficile. Perché l'uomo deve lottare, farsi una posizione, sposarsi, mettere al mondo figli, arricchirsi, speculare in borsa, essere più furbo degli altri, diventare importante e fregare il prossimo. Un essere del genere dove volete che possa trovare momenti di silenzio interiore, di meraviglia e di pace? Tutto in lui è rivolto all'azione, all'acquisizione, alla competizione, al possesso. E allora, quando cerca di essere religioso, non gli rimane che rivolgersi alle religioni prefabbricate, ai sacerdoti di professione, ai libri sacri, ai dogmi, alle teologie e al Dio che sta in cielo. Non potrà mai trovare il Dio che sta in lui, che è lui stesso.
Crede che il divino possa essere definito e conosciuto come un qualsiasi altro oggetto. Magari comprato con qualche offerta. Ecco perché Dio è morto. Se non sai diventare silenzioso, se non sai stare seduto senza fare nulla, il tuo Dio sarà semplicemente un concetto, un'immagine e una convenzione. E il tuo rapporto con lui sarà come quello che c'è fra gli uomini: di interesse, di tipo mercantile. Io ti do questo e tu mi dai quest'altro. Di un simile Dio non potrai avere nessuna esperienza, nessun tipo di unione, perché lo cerchi là dove non si trova: nei cieli o nelle chiese. E, invece, è proprio dentro di te. Per sperimentarlo devi solo lasciar perdere le innumerevoli attività in cui ti disperdi continuamente e ritrovare la divinità delle cose fondamentali: prendere la legna, attingere l'acqua al pozzo, bere un bicchiere d'acqua...
Calmo e silenzioso, entra in te stesso e cerca il tuo stesso essere, qui e ora.
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