lunedì 20 agosto 2012
L'angoscia
L'angoscia non è una forma comune di sofferenza - è qualcosa di molto più profondo. Tutti hanno paura di esistere e di morire, e tutti in incappano in qualche forma di dolore e di sofferenza. Ma l'angoscia è caratteristica degli esseri umani - e soprattutto dei più consapevoli. Nasce infatti da un'acuta consapevolezza di non sapere chi siamo, dove andiamo e se quel che facciamo è giusto o sbagliato. L'angoscia è l'incertezza dell'essere umano che si sente gettato e abbandonato in un mondo ostile. Per sfuggire a questo sentimento panico, gli uomini si danno un gran daffare: si spostano, si muovono, costruiscono, si innamorano, si sposano, mettono al mondo figli e si danno a mille attività dilatorie. Ma l'angoscia, riconosciuta o meno, resta laggiù, in sottofondo e, prima o poi, di fronte alla propria impotenza e alla sensazione di non aver riparo e di dover comunque morire, si rifà viva.
L'angoscia è il segno distintivo delle anime più sensibili, un sentimento abissale, cosmico, di fronte al quale non c'è possibilità di fuga. Ma, siccome tutti i sentimenti sono ambivalenti, chi prova questo genere di angoscia è anche in grado di scendere più in profondità dentro se stesso. In tal senso è un forte stimolo a non ricorrere a diversivi e a cercare il centro di sé, là dove ha origine l'essere stesso. Chi conosce gli abissi dell'angoscia è anche in grado di sperimentare le vette della felicità.
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