sabato 9 giugno 2012
Maschere e autenticità
Per tutto il Medioevo l'imitatio Christi, l'imitazione di Gesù, lo sforzo di adeguarsi al suo modello, è stato un tema dominante. Ma nessuno sapeva come fosse stato realmente il profeta di Nazareth, che non era affatto un asceta, bensì uno che beveva, mangiava e partecipava alle feste. Comunque, l'imitazione era destinata al fallimento perché nessuno può essere un altro; se tenta di imitarlo, non sarà autentico, non sarà se stesso.
Invece, lo scopo della vera spiritualità è essere se stessi, è realizzare la propria vera natura, che è unica. Buttiamo via, perciò, ogni modello, ogni imitazione, ogni copia fasulla. Se non siamo noi stessi, semplicemente sprechiamo la nostra esistenza.
Questi sono dunque i due comandamenti principali: conoscere se stessi ed essere se stessi.
Tutti cercano di farci essere qualcun altro: genitori, insegnanti, amici, parenti, preti... tutti cercano di farci indossare una maschera e di farci svolgere un ruolo.
Può darsi che certe volte sia necessario adattarsi alle esigenze della società e all'inizio, quando siamo bambini, è inevitabile obbedire a qualcuno. Ma poi viene il tempo in cui è necessario crescere e liberarsi da ogni tutela, diventando noi stessi.
Come fare? Ogni volta che una voce interiore ci dice che cosa fare o non fare, chiediamoci a chi appartiene: al padre, alla madre, allo zio, a un professore, a un prete, a uno scrittore che abbiamo letto...? Domandiamoci in silenzio di chi sia quella voce. Quindi, se non è la nostra, scartiamola e agiamo di testa nostra. Forse qualche volta sbaglieremo. Tuttavia la vita procede per tentativi ed errori, ed è sempre meglio sbagliare per conto proprio che su suggerimento di altri.
Liberiamoci da tutte queste voci estranee e mettiamoci in ascolto della nostra, l'unica che possa condurci alla realizzazione di noi stessi.
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Come e quando posso essere sicuro che "la mia voce" sia effettivamente la mia, e non invece l'ennesima interferenza della mia cultura/tradizione? Esiste, secondo lei, un'esperienza, una particolare sensazione, che ci "informa" circa l'autenticità, la non-estraneità della nostra voce interiore?
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