lunedì 25 giugno 2012
L'eternità del sé
Osserva l'essere umano che ti sta di fronte o considera te stesso. E vai in profondità, oltre la superficie.
In quell'essere umano ci sono il rettile e il pesce che è uscito dal mare; c'è il maschio e c'è la femmina. L'energia che egli rappresenta viene da molto lontano ed ha cambiato forma mille volte, con veri e propri salti evolutivi. È stata un'ameba, un microbo, una cellula, un aminoacido, ecc., e prima ancora è stata polvere di stelle.
In un certo senso è sempre stata la stessa. Ma si è trasformata senza sosta, e continuerà a farlo - la corsa non si è per niente formata. Sotto la forma attuale, in profondità, ci sono tutti quegli altri esseri del passato e ce ne saranno ancora.
Ecco perché porsi il problema se persista o meno il sé individuale è riduttivo. L'essere mantiene una continuità, ma non una fissità. È fatto per trasformarsi ed evolversi.
Sopravviverà dunque alla morte? Certamente, ma in un modo che non ti aspetti; e non è nemmeno auspicabile che tu sia sempre e solo te stesso. Amplia i tuoi orizzonti. Non ne hai abbastanza di essere te stesso? Liberazione è anche questo. Non essere attaccato a questa identità.
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