giovedì 31 maggio 2012

Paradisi artificiali


Le religioni ci illudono con i loro paradisi, concepiti sui nostri desideri. Nel paradiso musulmano ci sono le huri, bellissime vergini a disposizione degli uomini, e nel paradiso induista ci sono le apsara, fanciulle di sedici anni, anche loro a disposizione delle voglie maschili (le voglie femminili non sono contemplate). Nel paradiso cristiano no, non si fa sesso. Lì si è come fratelli e sorelle. E come si passa il tempo? Non si fa nulla, si contempla Dio. Niente cambia, tutto è immobile. Insomma una noia mortale, un incubo.
In effetti noi non vogliamo e non sperimentiamo l'immobilità. Noi siamo esseri in continua trasformazione. Perché questa è la realtà: un'evoluzione, una trasformazione che non si ferma mai. Come eravamo a tre mesi nel ventre materno? E a tre anni, a tredici, a trenta o a quaranta? Quanto siamo cambiati! E con noi cambia e si evolve ogni cosa e l'universo intero. L'ultima trasformazione sarà la morte, che ci porterà ad un altro stato, ma non al nulla. Infatti, nulla nasce e nulla muore, ma tutto si trasforma.
Ciò che rimarrà sarà il nucleo della nostra consapevolezza, se l'avremo abbastanza sviluppata nella meditazione profonda.

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